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l governo preannuncia il ricorso al voto sul governo

L'opposizione: "Si continua a strozzare il dibattito"

Dl anticrisi, domani la fiducia

Fini: "Sì al testo, ma con eccezioni"

Tra le modifiche introdotte lo stop alla stretta sulle banche

Dl anticrisi, domani la fiducia Fini: "Sì al testo, ma con eccezioni"

2009-07-24

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CORRIERE della SERA

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2009-07-24

Il PD ATTACCA: "MAGGIORANZA SENZA CORAGGIO". Martedì il voto finale

Dl anti-crisi, sì della Camera alla fiducia

Via libera al maxiemendamento. L'Mpa di Lombardo esce dall'aula. Tensione nel governo per il caso Sud

I deputati in coda per votare (Eidon)

I deputati in coda per votare (Eidon)

ROMA- È stato approvata la fiducia per il maxiemendamento anticrisi. Hanno votato 249 sì e 186 no. La chiamata è cominciata intorno alle 18.40 e il presidente della Camera Gianfranco Fini non ha concesso a nessuno di anticipare il voto. Troppe prenotazioni: 102. Ed ecco che la chiama è cominciata dal sorteggiato Giorgio Merlo. Il voto finale per la Camera è previsto per martedì, poi il maxiemendamento passerà al vaglio del Senato, dove potrebberoe sserci delle modifiche. Il caso Sud agita il governo. L'Mpa lascia l'aula. E Umberto Bossi ha sottolineato: "Rischia di essere un pasticcio". Giulio Tremonti, ministro dell'Economia, è arrivato pochi minuti prima del voto. Manca il premier Silvio Berlusconi.

IL CASO SUD- Come annunciato già nel pomeriggio, il Movimento per le Autonomie è uscito dall'aula. "Su questo decreto legge non possiamo che esprimere giudizio negativo. Non potendo non votare la fiducia, oggi al momento del voto usciremo dall'aula", ha spiegato il capogruppo Carmelo Lo Monte. E nella sua dichiarazione ha spiegato che "l'impegno del governo rispetto al Sud è insoddisfacente". Pronta la risposta di Umberto Bossi: "Se son rose fioriranno. Stiamo a vedere, ma rischia di essere un pasticcio. E d'altra parte la politica è piena di pasticci...". E sul piano per aiutare il mezzogiorno ha spiegato: "Se gli alleati dicono sì, va bene anche per noi". Perché "c'è sicuramente un problema di rilancio del Sud" che va affrontato a partire dalle infrastrutture. "Quelle sono le prime perchè senza strade e ferrovie non si va da nessuna parte".

LE POLEMICHE -Critico anche il leader dell'Udc Pierferdinando Casini che attacca: "Siamo in presenza di un esproprio del Parlamento a causa delle scelte del governo". Casini sottolinea che "la decretazione di urgenza unita alla fiducia e all'uso dei maxiemendamenti altera la corretta produzione legislativa". Siamo ormai a una "patologia". E poi attacca il presidente della Camera Gianfranco Fini. "Siamo molto rammaricati anche verso la presidenza della Camera che si era fatta carico di un impegno sostanziale che è stato disatteso. Le voglio dire scherzando e con amicizia che lei è molto impegnato a "Farefuturo", speriamo che si impegni anche a "farepresente"".

IL CORAGGIO- Il governo non ha avuto il coraggio di fare una manovra, come sarebbe stato necessario, per affrontare la crisi, perchè "il vostro meccanismo non è usare consenso per governare ma usare il governo per fare consenso, e questo non è responsabile". Pierluigi Bersani ha parlato per il Pd poco prima del voto. "Si doveva fare di più, accettate questo giudizio, ci voleva più coraggio - ha detto Bersani -, se non avete intenzione di farlo però almeno non fate torto alla nostra intelligenza". E poi ha ricordato che questa è la "23esima fiducia in un anno". Almeno, ha concluso il candidato segretario, "il governo Prodi quando c’era bisogno di una manovra aveva il coraggio di farla".

LA REPLICA- È Giuliano Cazzola, Pdl, a prendere la parola subito dopo l'esponente del Pd. "Vede Bersani forse noi usiamo il Governo per fare consensi, ma voi usate l’opposizione per fare consensi e non ci riuscite". E all’accusa di Bersani, secondo il quale il governo non ha il coraggio di varare la manovra necessaria anticrisi, replica: "Il Governo Prodi fece una Finanziaria da 30 miliardi, ma con la quale strangolò nella culla la possibilità di ripresa". Invece, sostiene Cazzola, dopo che il sistema produttivo "ha rischiato ben più che il declino" a causa della crisi, "ora è nelle condizioni di ripartire". Sul merito del dl, Cazzola si sofferma in particolare sulle pensioni: "Anche i cammini più lunghi cominciano con un primo passo, e questo primo passo oggi il governo Berlusconi lo ha compiuto".

24 luglio 2009

 

 

la decisione

Il governo ha commissariato il sistema sanitario in Campania e Molise

Affidata la gestione ai presidenti delle due regioni: poi subentreranno dei "sub-commissari" esterni

ROMA - Il Consiglio dei ministri ha deciso il commissariamento del sistema sanitario in Campania e in Molise, affidandone la gestione ai presidenti delle rispettive regioni. È quanto si apprende in ambienti governativi.

GESTIONE - La gestione della sanità, secondo quanto riferito da fonti governative, dovrebbe essere successivamente affidata a "sub-commissari" esterni alle rispettive amministrazioni. Nel frattempo avranno competenza sulla sanità i governatori di Campania e Molise.

"EFFETTO DEVASTANTE" - L'andamento delle spesa sanitaria nelle regioni del Centro-Sud potrà avere un "effetto devastante nel 2010". Lo riporta l'Ansa in base a un documento riservato del ministero del Welfare. Anche in base a questi dati, il Consiglio dei ministri ha deciso di commissariare il sistema sanitario di Campania e Molise. Il disavanzo strutturale, si legge nel testo che rielabora i dati del monitoraggio 2008 della Corte dei conti (al netto delle coperture dei cosiddetti Conti economici e delle maggiori coperture 2008), in Italia è pari a circa 4 miliardi di euro (3.915,5 milioni) e i "disavanzi delle regioni del Centro-Sud, Lazio compreso, sono di 3,2 miliardi", l'83,39% del totale. Inoltre si riscontra che "nell'Italia del Nord (seppur coperti in modo programmato e da fiscalità e da manovre di bilancio regionale) si presentano situazioni che (se non corrette) possono diventare critiche come quella del Piemonte (-363 milioni) e del Veneto (-201,2 milioni).

24 luglio 2009

 

 

 

 

"ora interVenga berlusconi"

Prestigiacomo: "Colleghi arroganti

Non accetterò nessun commissario"

Il ministro dell’Ambiente attacca Scajola, Matteoli e Calderoli. Critiche anche a Tremonti

Il ministro dell’Am­biente Stefania Prestigiacomo (Omega)

Il ministro dell’Am­biente Stefania Prestigiacomo (Omega)

ROMA - Inaccettabile. Prepotenza. Arroganza. Il vocabolario che Stefania Prestigiacomo usa per definire ciò che le è capitato ieri non lascia dubbi alle interpretazioni. Il ministro dell’Am­biente attacca i suoi colleghi che appro­fittando del decreto anticrisi l’avrebbe­ro voluta privare dei poteri di autorizza­zione ambientale in materia di energia, affidandoli ai commissari straordinari. Chi sono? Claudio Scajola, Altero Matte­oli, Roberto Calderoli. Ma ce n’è anche per Giulio Tremonti.

Ieri è circolata la voce che era tal­mente arrabbiata da minacciare di di­mettersi.

"Fin dal mio ingresso al ministero sono stata convinta che la sfida dello sviluppo sostenibile fosse possibile e vincente. Ho riorganizzato il ministe­ro, che ho trovato disastrato, e che era diventato ostacolo allo sviluppo del Pa­ese. È stato un lavoro durissimo. Ma so­no fiera dei risultati e posso dimostra­re che si sta operando in maniera effi­ciente " .

Qualcuno l’ha messo in dubbio?

"Non lo so. Ma adesso scopro che in mia assenza, mentre ero all’estero a rappresentare gli interessi del Paese, sono state azzerate parti significative delle competenze fondamentali del mi­nistero dell’Ambiente, quelle che ri­guardano le autorizzazioni".

Azzerate?

"Commissariate e trasferite altrove, semplicemente. Nel decreto anticrisi è stato introdotto un articolo che affida i poteri ai commissari straordinari. La prima versione dell’articolo puntava a commissariare tutti i ministeri ma poi in consiglio dei ministri la norma è sta­ta cambiata ed è rimasta solo la parte relativa al ministero dell’Ambiente".

La prova che ce l’hanno proprio con lei?

"Il dato è che vengono bypassati meccanismi di controllo su argomenti delicatissimi come quelli sull’ambien­te, la sicurezza e la salute dei cittadini. Se questa norma passerà tre ministeri, fra i quali non il mio, proporranno i commissari straordinari per le reti elet­triche e gli impianti di produzione di energia".

Quali sono i ministri?

"Quelli dello Sviluppo Claudio Scajo­la, delle Infrastrutture Altero Matteoli e della Semplificazione Roberto Caldero­li, un ruolo quest’ultimo che non mi pa­re comprende la consulenza di esperti in materia di energia".

Pure Calderoli?

"La cosa divertente è che è circolato un documento attuativo con le opere da commissariare per decreto. Con un meccanismo assurdo, perché i commis­sari sarebbero assistiti dalle strutture della Presidenza del Consiglio e da quelle del ministro della Semplificazio­ne normativa".

Forse per rendere tutto più sempli­ce. Non crede?

"Complimenti. Questo significa che anche la Valutazione d’impatto ambien­tale di una centrale nucleare sarà nelle mani di un commissario. Ci rendiamo conto? In una sola persona si concen­trerebbero poteri attribuiti a organi col­legiali secondo norme dell’Unione eu­ropea, come la Via ma anche l’Autoriz­zazione integrata ambientale".

Lei che pensa?

"Siccome credo di essere stata effi­ciente, sinceramente sono rimasta ama­reggiata. Il provvedimento dev’essere modificato o stralciato. Posso anche ca­pire che si nominino dei commissari straordinari, quando sono necessari. Ma in questo caso non ha senso. Confi­do che Silvio Berlusconi saprà risolve­re il problema, come sempre".

Come sempre? Proprio Berlusconi è il grande sostenitore dei commissa­ri straordinari. Ne aveva promessi ad­dirittura sedici per le grandi opere.

"Ma in questo caso si spostano sem­plicemente i luoghi della decisione da un posto a un altro e si sacrificano pas­saggi a tutela della collettività che non è possibile sacrificare. Questo non è ac­cettabile. Per quello che ho fatto mi sa­rei aspettata un plauso, e non una pri­vazione delle competenze. Come se non bastasse è anche una norma inap­plicabile, perché il diritto comunitario non prevede sconti. E poi, ha idea di quali procedure discutiamo? Sa sotto quale montagna di carta verrebbe sep­pellito il commissario?"

Facciamo il caso che la norma non venga stralciata. Quale sarà il suo at­teggiamento?

"Ripeto, è inaccettabile".

Conferma di volersi dimettere?

"Ma perché insiste? Nella mia vita non ho mai minacciato di dimettermi. La norma per me è inaccettabile, è suffi­ciente dire questo. Se non verrà modifi­cata... "

Se non verrà modificata?

"Mi troverei in una situazione di pro­fondo disagio. Oltre a essere inaccetta­bile, l’articolo è anche inutile. A settem­bre si prevedono di nominare i com­missari per sbloccare 11 impianti. Eb­bene, sei di questi sono di competenza di Terna, e quattro verranno da me au­torizzati entro luglio. Di che stiamo par­lando?"

Di un segnale di profonda disatten­zione del governo nei confronti delle tematiche ambientali?

"Non credo. L’attenzione per l’am­biente è fondamentale. La tutela am­bientale è al centro delle politiche di tutti i grandi Paesi industrializzati e ini­zia ad esserlo anche nei Paesi in via di Sviluppo. Ovunque si punta sull’econo­mia verde per contribuire a risolvere la crisi... "

Allora che spiegazione si dà?

"Sono incredula, vivo quello che è successo come una prepotenza e un’ar­roganza. C’è la chiara volontà di viola­re e spostare i centri decisionali. In un anno ho autorizzato 160 progetti. Ho ri­solto il problema della riconversione della centrale di Porto Tolle da olio combustibile a carbone pulito, che si trascinava da otto anni. Ho risolto il problema dell’Ilva di Taranto. Ho sbloc­cato tre rigassificatori... Le mando l’elenco. Questa sarebbe inefficienza?"

C’è chi critica le procedure della Via, giudicate lunghe ed eccessive.

"I commissari della Valutazione d’impatto ambientale sono tutti esper­ti di alto livello scientifico, hanno lavo­rato tanto e con abnegazione, sacrifi­cando spesso anche le ferie. E ricordo a tutti che i costi della commissione non ricadono sui contribuenti ma sono a ca­rico delle aziende. Ma nonostante sia previsto dalla legge quelle somme non vengono poi riversate dal Tesoro al mi­nistero. Le sembra giusto?"

Non ci mancava che questa.

"Penso che sia un attacco politico. Non condivido questo metodo. Vorrei capire il perché di queste scelte".

Ha chiesto chiarimenti a Scajola, Matteoli, Tremonti?

"Ci ho parlato ma non ho avuto ri­sposte convincenti da parte dei miei colleghi. Mi affido a Berlusconi, il qua­le mi ha assicurato che ci sarà un inter­vento correttivo " .

Sergio Rizzo

24 luglio 2009

 

 

 

 

 

 

 

E il ministro dell'economia: "Condividiamo perfettamente le ragioni della presidenza"

Dl anticrisi, il governo mette la fiducia

Fini dice sì ma avverte: mai più così

Poi convoca Tremonti: "Venga a spiegare il perché". E dichiara inammissibile una parte del maxi-emendamento

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NOTIZIE CORRELATE

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Dl anticrisi, si va verso la fiducia. Insorge Franceschini (21 luglio 2009)

Il presidente della Camera, Gianfranco Fini (Ansa)

Il presidente della Camera, Gianfranco Fini (Ansa)

ROMA - Il governo pone alla Camera la questione di fiducia sul proprio maxi-emendamento al decreto legge anticrisi. Lo ha annunciato all'Assemblea di Montecitorio il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito, al termine di una giornata convulsa. Dopo un lungo e scrupoloso vaglio del testo da parte dei tecnici, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha tolto dal testo due norme inserite in corso d'opera dal governo ma non affrontate nella discussione in commissione, una sulle reti di energia e l'altra sugli studi di settore. Il voto di fiducia è previsto per venerdì alle 18,40 mentre il voto finale sul provvedimento ci sarà martedì prossimo alle 13. Il decreto legge passerà poi al Senato.

CANCELLATA STRETTA SULLE BANCHE - Anche l'esecutivo ha da parte sua dato un colpo di spugna a tre misure di peso, una delle quali, quella sulla stretta alle banche duramente criticata dall'Abi nei giorni scorsi. Una misura, spiega il ministro dell'Economia Giulio Tremonti che viene cancellata (con il malumore della Lega) "perché in contrasto con gli standard internazionali e le norme europee". Tremonti ci tiene però a precisare che "l'intento espresso dai parlamentari" con quella norma viene comunque "assorbito" dalla moratoria del sistema bancario inserita in commissione nel decreto.

FINI-TREMONTI - Una precisazione, quella del ministro dell'Economia, che suona come una risposta implicita al presidente della Camera. Fini infatti, pur non entrando nella scelta del governo di cancellare alcune norme, in Aula aveva comunque definito "fonte di imbarazzo" sul piano del rapporto tra governo e commissioni il fatto di espungere una misura sulla quale lo stesso esecutivo aveva dato parere favorevole due giorni prima. Serrato per tutta la giornata il confronto tra il nuemro uno di Montecitorio e il ministro: Fini e Tremonti si sono visti una prima volta in mattinata e nel colloquio, riferiscono fonti parlamentari di maggioranza, il presidente della Camera avrebbe ribadito al ministro dell'Economia l'intenzione di non accettare novità nel testo rispetto alla discussione in commissione. Novità, però, poi arrivate con il maxi-emendamento sulle reti di energia e gli studi di settore. A quel punto, spiegano le stesse fonti, in un secondo faccia a faccia Fini avrebbe comunicato a Tremonti l'intenzione di cassare quelle due misure e gli avrebbe chiesto, come poi avvenuto, di spiegare in Aula le ulteriori modifiche volute dal governo ma legate a cancellazioni di norme come quella contestata dall'Abi. Il presidente della Camera, tra l'altro, nell'intervento sulle ammissibilità in Aula ha anche criticato il fatto che nel testo ci sia stato un "significativo ampliamento normativo" rispetto al decreto '"base" ricordando i richiami del presidente Napolitano sui provvedimenti 'omnibus'. Non solo, il primo inquilino di Montecitorio ha chiesto "per il futuro" una riflessione sulla prassi invalsa per i decreti di utilizzare maxi-emendamenti e fiducia, che "creano tensione" nel rapporto tra maggioranza e opposizione e tra governo e Parlamento. Ad ogni modo governo e centrodestra sono riusciti a ricomporre la vicenda e a porre in serata la fiducia che verrà votata venerdì poco prima delle diciannove. Nel testo che poi passerà al Senato dovrebbe esserci quantomeno la modifica del regolamento per le autorizzazioni degli impianti energetici che nel decreto taglia fuori il ministero dell'Ambiente. "Ho la parola di Berlusconi che l'articolo cambierà", ha fatto sapere il ministro Stefania Prestigiacomo.

IL CENTROSINISTRA E L'MPA - Il ricorso alla fiducia non piace al centrosinistra. Il pd Massimo D'Alema critica un governo che "disprezza anche i suoi parlamentari". Mentre il capogruppo dei democratici alla Camera Antonello Soro, attacca l'ennesima fiducia che "imbavaglia il Parlamento". E il leader dell'Idv Antonio Di Pietro torna a rivolgere un'ennesima "accorata supplica" al presidente della repubblica Giorgio Napolitano "affinchè non firmi almeno questo provvedimento" che in realtà "garantisce solo una corsia preferenziale agli evasori fiscali". Il Movimento per l'Autonomia intanto conferma che non voterà la fiducia, secondo quanto preannunciato dal capogruppo alla Camera, Carmelo Lo Monte il quale precisa che l'Mpa "non ha ancora deciso se ci sarà un vero e proprio voto contrario o se si tratterà di astensione o di uscita dall'aula al momento del voto". "Ora ci riuniremo subito con Lombardo e con lui valuteremo" ha detto il capogruppo in commissione Bilancio, Roberto Commercio. L'Mpa accusa il governo di "non aver mantenuto le promesse per il Sud e in particolare quelle sul Ponte sullo stretto".

 

23 luglio 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

REPUBBLICA

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2009-07-25

Scudo fiscale e tasse d'Abruzzo

Ecco tutto il decreto anticrisi

ROMA - Queste le principali misure del decreto anticrisi su cui il governo ha ottenuto oggi la fiducia.

- Scudo fiscale. Arriva la sanatoria per il rimpatrio o la regolarizzazione di capitali e beni mobili o immobili detenuti all'estero. Rientrano anche case e yacht purchè in Ue. L'aliquota sarà dell'1 per cento l'anno, la metà del rendimento lordo presunto del 2 %, per i cinque anni precedenti il rimpatrio. In totale dunque si pagherà il 5% con l'obbligo di sanare tutto il quinquennio se non si dimostrerà di avere avuto soldi e beni per un periodo inferiore. Dello scudo si potrà beneficiare dal 15 settembre al 15 aprile 2010 e sanerà solo il reato di omessa o incompleta dichiarazione dei redditi. In caso di capitali in paesi extra Ue sarà obbligatorio il rimpatrio.

- Tremonti-ter. Escluso dall'imposizione sul reddito d'impresa io 50 per cento degli investimenti in macchinari e apparecchiature compresi nella divisione 28 della tabella ATeco. La detassazione degli investimenti potrà essere applicata già alle operazioni del 2009 ma solo con il saldo che si pagherà nel 2010. Le agevolazioni varranno solo per l'acquisto di macchinari nuovi dal primo luglio 2009 al 30 giugno 2010.

- Sgravi sull'aumento di capitale. Previsto uno sgravio del 3% sull'aumento del capitale sociale delle imprese, fatto da persone fisiche, fino a 500mila euro. La misura vale cinque anni.

- Colf e badanti. In arrivo la possibilità di regolarizzare colf e badanti. Il governo si attende almeno 300mila domande, 130mila da lavoratori comunitari e 170mila da extracomunitari, e un gettito di 1,3 miliardi di euro in contributi per il quadriennio 2009-2012. Per ciascun lavoratore si pagheranno 500 euro non deducibili. Per le sole colf, il datore di lavoro dovrà dimostrare di avere un reddito imponibile non inferiore a 20mila euro se single o 25mila euro in caso di nucleo familiare. Le badanti potranno essere regolarizzate anche da un famigliare non convivente. Nelle more del procedimento i clandestini che hanno chiesto la regolarizzazione non possono essere espulsi, ma sono previste pene severe per chi presenta false dichiarazioni: da 1 a sei anni di carcere.

- Pensioni donne. Partirà dal prossimo anno l'innalzamento progressivo dell'età pensionabile delle dipendenti pubbliche. Il testo prevede che a decorrere dal primo gennaio del 2010 scatti il requisito dei 61 per arrivare ai 65 anni nel 2018.

- Export banca. Sarà creato un nuovo sistema integrato di finanziamento e assicurazione per promuovere l'internazionalizzazione delle imprese attraverso risorse della Cassa depositi e prestiti.

- Pagamenti p.a. Entro il 31 dicembre le pubbliche amministrazioni dovranno adottare le misure opportune per garantire un pagamento tempestivo dei fornitori e delle imprese.

- Moratoria crediti per Pmi. Grazie a una convenzione da stipulare con l'Associazione Bancaria Italiana (Abi) entro 4 mesi dall'entrate in vigore della legge, sarà fissata una moratoria per le piccole e medie imprese che hanno debiti con le banche.

- Iva. Sale da 10mila a 15mila euro l'ammontare del credito Iva oltre il quale oltre il quale è necessario, per utilizzarlo ai fini di compensazione, il visto di conformità della dichiarazione.

- Microcredito. Il Comitato nazionale per il microcredito riceverà nel 2010 una dotazione di 1,8 milioni di euro.

- Tassa oro. Prevista un'aliquota del 6% sulle riserve auree ma fino a un introito massimo di 300 milioni di euro. Prevista l'intesa di Bankitalia e il parere non ostativo della Bce.

- Rottamazione statali. Approvata una norma che consente nel triennio alle pubbliche amministrazioni di mandare a forza in pensione i dipendenti con oltre 40 anni di contributi, compresi quelli figurativi. Salvati dalla 'super rottamazione' i primari, i professori universitari e i magistrati.

- Norme antiassenteismo. Gli statali potranno ricevere visite fiscali anche per un solo giorno di malattia e per assenza sopra i 10 giorni o alla seconda dell'anno dovranno presentare certificati di strutture pubbliche.

- Finestre pensioni. Saranno rimodulate le 'finestre' per la pensione. A partire dal primo gennaio 2015 i requisiti di età anagrafica per l'accesso al sistema pensionistico italiano saranno adeguati all'incremento della speranza di vita accertato dall'Istat e validato da Eurostat con riferimento al quinquennio precedente.

- Banche. La data di valuta dei bonifici e degli assegni circolari non potrà superare 1 giorno, mentre quella di disponibilità i 4 giorni . Per gli assegni bancari, la valuta sarà a 3 giorni e la disponibilità a 5. Novità in vigore dal primo novembre. Per il massimo scoperto, fissato per la messa a disposizione delle somme il tetto dello 0,5% dell'importo.

- Mutui. In caso di ritardo nel perfezionamento della surroga richiesta, il cliente ha diritto a un risarcimento.

- Lotta all'evasione. Gli ispettori fiscali e la Guardia di Finanza, con l'autorizzazione dell'Agenzia delle Entrate o dei comandanti regionali delle Gdf, possono richiedere "ad autorità ed enti" - compresi Banca d'Italia, Consob e Isvap - notizie, dati, documenti e informazioni 'di natura creditizia, finanziaria e assicurativa, ai fini di controllo.

- Paradisi fiscali. Chi ha investimenti e attivita' detenuti nei cosiddetti 'paradisi fiscali' e non le dichiara è considerato automaticamente evasore fiscale. L'Agenzia delle entrate creerà un'unità speciale proprio per scovare chi ha capitali all'estero.

- Appalti. Il termine delle gare d'appalto è ridotto, a non meno di 45 giorni, anche per i progetti definitivi.

- Bollette meno care. In arrivo misure per ridurre il costo dell'energia a imprese e famiglie. Previste anche norme di semplificazione per gli interventi di produzione, trasmissione e distribuzione di energia.

- Centrali. Soppresso il ruolo del ministero dell'Ambiente e degli enti locali nelle autorizzazioni per la realizzazione di centrali di produzione e per le reti di distribuzione di energia.

- Commercio. Stretta in arrivo per il commercio ambulante: i Comuni potranno rilasciare le licenze solo a chi dimostrerà di essere in regola con il versamento dei contributi.

- Patto di stabilità interno. In arrivo un nuovo allentamento nel Patto di stabilità interno per comuni e province virtuosi. Le province e i comuni con più di 5mila abitanti possano escludere dal saldo 2009 i pagamenti in conto capitale effettuati entro il 31 dicembre per un totale al massimo del 4% dei residui passivi risultanti dal rendiconto dell'esercizio 2007. In totale si tratta di 2 miliardi di euro. La misura riguarda gli enti locali che abbiano rispettato il patto nel 2008 o nel triennio 2006-2008.

- Viareggio. Il comune di Viareggio potrà escludere dal Patto di stabilità interno il computo dei trasferimenti statali per finanziare la ricostruzione dopo il disastro ferroviario del 29 giugno.

- Fondo da 300 milioni per attività sociali. Sarà creato un fondo da 300 milioni l'anno per attività di carattere sociale di pertinenza regionale.

- Alitalia. I rimborsi per il piccoli azionisti salgono dall'attuale 30% circa al 70,97% . Rimborsi anche per gli azionisti.

- Multe. Le multe fino al 2004 potranno essere pagate senza interessi ma con un incremento del 4% per l'agente riscossione.

- Mini sanatorie per danno erariale. 'Mini-sanatoria' per quanti causino un danno erariale a un ente pubblico che non comporti, però, un effetto diretto sul bilancio dell'ente. Per danno erariale perseguibile dalla Corte dei Conti si intende l'effettivo depauperamento finanziario o patrimoniale causato all'ente e non il solo danno d'immagine. E qualunque atto istruttorio o processuale che sia in contrasto con questa norma, salvo che sia già stata pronunciata una sentenza anche non definitiva, è nullo.

- Ponte sullo Stretto. La società Stretto di Messina potrà contare su un contributo di 1,3 miliardi di euro in conto impianti, ma sarà il Cipe a determinare le quote annuali del contributo, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica. L'amministratore delegato della società, Pietro Ciucci, è nominato commissario straordinario per 60 giorni.

- Ammortizzatori sociali. Le aziende potranno attivare programmi di formazione per i lavoratori destinatari di ammortizzatori sociali, integrando la Cig fino ad arrivare all'importo della retribuzione. In arrivo 25 milioni di euro per il rifinanziamento della proroga a 24 mesi della Cig. Per i contratti di solidarietà difensivi si porterà l'integrazione salariale all'80% del trattamento perso a causa della riduzione di orario, per un massimo di 40 milioni di euro nel 2009 e 80 mln nel 2010. Previsti anche benefici per i lavoratori in Cig che avviano un'attività in proprio.

- Fondo occupazione. I 100 milioni di euro stanziati lo scorso anno dal governo per garantire l'una tantum ai lavoratori a progetto che perdono l'impiego saranno destinati al Fondo sociale per l'occupazione e la formazione.

- Sicurezza dei voli. Per la sicurezza degli impianti e la sicurezza operativa, all'Enav andranno 9,6 milioni di euro nel 2009. Altri 30 milioni nel biennio per gli aeroporti di Brindisi, Rimini, Ciampino, Treviso S. Angelo, Verona Villafranca e Comiso.

- Sanità. Prorogato al 15 ottobre il termine per la stipula dell'intesa tra Stato e Regioni cui è subordinato il finanziamento integrativo al Servizio sanitario nazionale.

- Fondo sanità. Dal 2010 fondo da 800 milioni di euro, con il risparmio sulla spesa farmaceutica, per interventi nel settore sanitario.

- Cure palliative. Almeno 50 milioni a programmi per le cure palliative.

- Buste di plastica. Il 'pensionamento' slitta a gennaio 2011.

- Trasporto pubblico locale. Almeno il 10% dei servizi di trasporto pubblico locale dovranno essere affidati con gara a imprese non controllate dagli enti locali.

- Ecopullman. In arrivo un contributo fino al 75% per l'acquisto di pullman di categoria euro 4 o euro 5.

- Porno-tax. Grazie ad accordi di collaborazione tra gli enti coinvolti nell'attuazione della disciplina sull'addizionale Irpef del 25% sul materiale pornografico, si prevede un maggiore gettito che sarà rassegnato al ministero per i Beni e le attività culturali.

- Eventi sportivi. Il fondo per gli eventi sportivi di rilevanza internazionale sarà incrementato di 10 milioni di euro per il 2010.

- Tirrenia. Stanziati 64,5 milioni di euro per i servizi marittimi svolti dal gruppo Tirrenia e all'ammodernamento della flotta.

- Pra. Gli uffici del Pubblico registro automobilistico saranno tenuti a segnalare alle autorità competenti se una persona fisica possiede dieci o più veicoli.

- Diplomatici. Diplomazia esentata dal blocco delle assunzioni.

- Vigili del fuoco. Previsti 4 milioni di euro per il 2009 e 15 milioni di euro a partire dal 2010 per assunzioni straordinarie legate all'emergenza Abruzzo. Altri 15 milioni saranno destinati all'indennità operativa e 8 milioni per nuovi mezzi.

- Agricoltura. I giovani agricoltori potranno prendere in affitto dal Demanio terreni liberi e usarli per la propria attività.

- Fondo difesa. 1 milione e mezzo di euro per il Fondo per la Difesa.

- Militari in città. Introdotta la possibilità di prorogare fino al 4 agosto 2010, l'operazione militari in città e con 1.250 soldati in più, per una spesa totale di 67,2 milioni di euro.

- Tracciabilità rifiuti. Sarà creato un sistema informatico per il controllo e la tracciabilità dei rifiuti.

- Terremotati Abruzzo. Dal primo gennaio del 2010 i terremotati dovranno ricominciare a pagare, in rate di 24 mesi, i tributi e i contributi non versato dal 6 aprile al 30 novembre.

- Terremotati Marche e Umbria. Nessuna maggiorazione, sanzione o interessi sui versamenti per le scadenze tra giugno e settembre, da pagare entro il 16 ottobre, per i terremotati delle Marche, dell'Umbria e di Campobasso e Foggia - ENTI PUBBLICI: Rinviata al 31 ottobre l'applicazione del taglia-enti.

- Sfratti. Sospese fino al 31 dicembre le procedure di sfratto.

- Ncc. Rinviata al 31 dicembre l'entrata in vigore delle nuove norme.

- Autorizzazioni paesaggistiche. Prorogato al 31 dicembre il regime transitorio di autorizzazione paesaggistica.

- Class action. Rinviata al primo gennaio 2010 l'entrata in vigore della nuova disciplina sulla class action.

- Bingo da 100 numeri. E' in arrivo un nuovo Bingo: invece dei tradizionali 90 numeri, la 'tombolona' avrà 100 numeri.

- Gioco illegale. E' in arrivo un piano straordinario di contrasto al gioco illegale.

(25 luglio 2009)

 

 

 

Benzina a 1,3 euro al litro e gasolio a 1,14. In dieci giorni per un pieno oltre due euro in più

Rienzi: "Rincari che si verificano puntualmente quando milioni di italiani partono"

I carburanti aumentano ancora

Codacons: "Il governo intervenga"

L'Aduc: per risparmiare rifornirsi con il fai da te, ridurre la velocità e controllare l'auto

I carburanti aumentano ancora Codacons: "Il governo intervenga"

ROMA - Nuova raffica di aumenti per i carburanti in vista dell'esodo degli italiani, con la benzina che vola a 1,3 euro al litro e il gasolio che sfiora 1,14 euro. "Rincari di questa portata - afferma il presidente Codacons, Carlo Rienzi - si verificano puntualmente quando milioni di italiani si mettono in viaggio sulle autostrade, e peseranno in modo non indifferente sulle vacanze dei cittadini".

In soli dieci giorni - spiega il Codacons - la benzina è aumentata di 0,042 euro al litro e il gasolio di 0,051 euro al litro; ciò significa che per un pieno di carburante si spendono oggi 2,1 euro in più (benzina) e 2,55 euro in più (diesel).

Oggi è stata la volta di Agip che, con la settima variazione nel mese di luglio e la terza consecutiva al rialzo, ha portato il prezzo della verde a 1,310 euro/litro (+2 centesimi) e quello del gasolio a 1,137 euro/litro (+2 centesimi). E' quanto emerge dalle rilevazioni di Staffetta Quotidiana. Secondo il quotidiano delle fonti d'energia, la mossa di Agip porterà tutte le altre compagnie a nuovi rialzi nel fine settimana.

"Il governo non può restare con le mani in mano e deve intervenire aprendo un tavolo - sostiene Rienzi - e convocando urgentemente l'unione petrolifera e le singole compagnie petrolifere, usando per una volta il pugno duro nei loro confronti".

Stamane il prezzo del petrolio è salito ai massimi da tre settimane e viaggia verso quota 68 dollari, trainato dai rialzi dei mercati azionari e dall'aumento dei prezzi della benzina. Sul circuito elettronico il future sul Light crude avanza di 18 cent a 67,34 dollari, dopo aver toccato un massimo di 67,68 dollari.

Nel frattempo, l'Aduc ricorda gli accorgimenti minimi perché il caro benzina pesi il meno possibile sulle tasche degli automobilisti. In particolare: scegliere il 'fai da te' nel rifornimento fa risparmiare, anche se è scomodo. Per risparmiare fino al 30 per cento occorre mantenere la velocità a 2/3 di quella massima consentita dalla propria auto, oppure con un carico di bagagli non eccessivo. Da evitare carichi esterni.

Si risparmia poi fino al 10 per cento con una conduzione dolce della guida, con una corretta pressione dei pneumatici e spegnendo il motore in caso di file. Si risparmia fino all'11 per cento con un uso accorto del condizionamento e usando il ricircolo dell'aria già rinfrescata.

(24 luglio 2009)

 

 

 

 

 

 

 

MAXIEMENDAMENTO

VAI AL SITO http://www.cittadinolex.kataweb.it/article_view.jsp?idArt=88747&idCat=54

In tempi da record, dovuti probabilmente al venerdì di fine luglio

i deputati dicono sì al maxiemendamento del governo

Dl anticrisi, la Camera

vota la fiducia al governo

Franceschini critico: "Lo scudo fiscale premia chi viola la legge"

E scoppia il caso Sud: l'Mpa abbandona l'aula per protesta

Dl anticrisi, la Camera vota la fiducia al governo

Il ministro Giulio Tremonti

ROMA - La Camera ha votato la fiducia al governo - la ventitreesima della legislatura - posta sul decreto anticrisi. I sì sono stati 294, i contrari 186. L'Mpa di Raffaele Lombardo non ha partecipato allo scrutinio per protesta contro la politica per il sud.

I contenuti. E' ricco di misure che avranno impatto sulla vita degli italiani il maxiemendamento oggetto del voto. Dallo scudo fiscale per i capitali esportati illegalmente alla ministretta sull'età pensionabile, dagli aiuti per le imprese grandi (Tremonti-ter per chi reinveste gli utili) e piccole (moratoria dei debiti bancari e incentivi alla capitalizzazione) alla sanatoria di colf e badanti.

La votazione. Si è conclusa in tempi record, appena più di un'ora: nel tardo pomeriggio di un venerdì di fine luglio i deputati non vedevano l'ora di andarsene. Tanto che erano più di 100 i parlamentari che avevano chiesto di votare fuori turno, prima degli altri. Opzione che il presidente Gianfranco Fini, visto il numero inusuale, ha respinto, facendo svolgere lo scrutinio in rigoroso ordine alfabetico.

La questione Sud. Il deputato Carmelo Lo Monte annuncia che l'Mpa non partecipa alla votazione: colpa di un bilancio ''non soddisfacente'' del governo, he ''non ha rispettato gli impegni assunti per le regioni del Sud e scritti nel programma''. Anche il decreto anticrisi, secondo il partito di Raffaele Lombardo, segue la stessa logica, frutto di una "strategia nordista del duo Tremonti-Calderoli. Finora abbiamo sempre assicurato il voto a favore del governo, ma da oggi valuteremo la nostra posizione in base al merito dei singoli provvedimenti''. Protesta anche il governatore della Puglia Nichi Vendola. E perfino Umberto Bossi, in Transatlantico, ammette che ''c'è un problema di rilancio del Mezzogiorno a partire dalle infrastrutture, ''perché senza strade e ferrovie non si va da nessuna parte''.

Le altre polemiche. Il segretario del Pd Dario Franceschini attacca, spiegando che nel maxiemendamento su cui il governo ha posto la fiducia non ci sono le misure necessarie "a fronteggiare l'emergenza" del Paese. In compenso c'è "lo scudo fiscale e in un Paese che sprofonda nell'evasione è una norma che dà un premio a chi, violando la legge, ha portato i capitali all'estero".

Il tutto, fa notare, il segretario del Pd, mentre "si chiede ai terremotati dell'Aquila di restituire le tasse non pagate al centro per cento entro due anni". Franceschini si è domandato come si possa chiedere questo "a chi non ha nulla" e ha fatto notare che in passato, in situazioni analoghe la restituzione fu del 40% in 120 rate.

Il dibattito in Aula. Durissima l'Idv: nelle dichiarazioni di voto che precedono la votazione, il deputato Renato Cambursano - che coi suoi compagni di partito sfoggia una mascherina a lutto per i tagli al Fus, il Fondo unico per lo spettacolo - dice che "questo decreto ingrassa l'Italia grassa, con lo scudo fiscale e con lo scandalo delle sanatorie. Oggi noi abbiamo due Italie: da una parte quella che lavora e soffre, e dall'altra parte quella grassa e che si ingrassa a spese della prima".

Casini contro Fini. Dai banchi dell'Udc, invece, il leader Pier Ferdinando Casini attacca il presidente della Camera, accusandolo di aver "disatteso gli impegni" presi con i gruppi parlamentari in merito all'esame del provvedimento. "Non la invidio - gli dice sarcasticamente - conosco le difficoltà del presidente della Camera in situazioni di questo tipo, ma c'era un accordo limpido che poteva essere rispettato". Poi la stoccata: "Scherzosamente le dico: lei è molto impegnato a fare futuro (la fondazione che fa capo a Fini si chiama così, ndr) ma spero nei mesi prossimi si impegnerà a fare presente".

Il governo. A difendere le norme anticrisi, a nome dell'esecutivo, è il ministro per l'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi: "E' utile per rilanciare il Sistema-Paese. Il ricorso alla fiducia è, in questo momento, lo strumento utile per consentire ai provvedimenti del governo di avere una efficacia tempestiva".

(24 luglio 2009)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'intervista all'amministratore delegato di Intesa San paolo

Coprrado Passera: le banche stanno facendo il loro dovere

"Italia ferma, serve una scossa

o sarà la democrazia a logorarsi"

di MASSIMO GIANNINI

"Italia ferma, serve una scossa o sarà la democrazia a logorarsi"

Corrado Passera

ROMA - "Sarà un settembre difficile". Corrado Passera frena gli entusiasmi governativi. "Si stanno accumulando gli effetti di una recessione lunga e i prossimi mesi saranno inevitabilmente assai critici", dice l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo. "Alcuni micro-segnali danno qualche speranza, a partire dagli indici di fiducia. Mi aspetto miglioramenti nella seconda parte dell'anno".

Dottor Passera, ma secondo lei quando usciremo dalla "tempesta perfetta"?

"Nessuno lo sa con certezza. Ma una cosa è sicura: la crisi colpirà in modi molto diversi i vari strati della società italiana. Ci sono le famiglie che hanno visto crescere il loro potere d'acquisto grazie alla stabilità dei redditi e al calo dell'inflazione, altre che hanno perso parzialmente o totalmente la fonte di reddito. Ci sono imprese che si stanno rafforzando, altre mantengono buone posizioni ma soffrono finanziariamente, altre ancora non ce la fanno proprio. E qui sta la parte più difficile del nostro lavoro di banchieri. La responsabilità di saper discernere le diverse categorie e fare il massimo possibile per stare vicini a tutte le aziende che possono attraversare la crisi".

Voi banchieri siete nel mirino. Tremonti cita Brecht: perché rapinare una banca, quando si può più facilmente fondarla...

"Certe banche in giro per il mondo si sono meritate giudizi molto duri. Se fosse però un giudizio rivolto alle banche italiane sarebbe sbagliato e ingeneroso sulla base dei fatti".

D'accordo, ma perché persino Draghi vi striglia, dicendo "è troppo facile fare i banchieri, quando le cose vanno bene"?

"I richiami di Draghi sono sempre equilibrati: assicurare supporto all'economia e tutelare la solidità dei nostri bilanci. Fare credito è la nostra ragion d'essere e fonte insostituibile di ricavi per noi. La grande crisi deriva dall'aver fatto, soprattutto negli Usa, cattivo credito, credito senza ritorno".

Allora Confindustria e Bankitalia hanno torto?

"Senta, Intesa Sanpaolo ha firmato il 3 luglio con Confindustria un grande accordo a favore delle Pmi, che prevede tra l'altro la moratoria sulle rate in scadenza e il finanziamento degli insoluti. Quanto a Bankitalia, l'invito ad avere più coraggio lo raccogliamo in pieno. Ma mi faccia dire che, almeno per la nostra banca, abbiamo la coscienza a posto. Abbiamo affidamenti in essere per 500 miliardi al sistema Italia, quasi un terzo del Pil. Anche nei progetti più difficili non ci siamo mai tirati indietro se c'era anche solo una possibilità di rilancio. Facciamo la nostra parte, e continueremo a farla".

Ma perché, nonostante i Tremonti bond, persiste la crisi di liquidità e le imprese soffrono di asfissia finanziaria?

"Per alcune aziende la liquidità è un grave problema e non sempre si può compensare con credito la mancanza di risultati e di patrimonio. Un'altra forte fonte di tensione finanziaria è l'ormai cronico ritardo dei pagamenti da parte sia dei privati che del pubblico: almeno 100 miliardi di indebitamento delle Pmi derivano da questo fenomeno. Spesso il credito non è il problema. Le dò due dati: quasi il 70% dei nostri 500 miliardi di linee di credito sono alle imprese: di questi i due terzi sono destinati alle Pmi. Oggi circa 61 miliardi di questi affidamenti deliberati non sono utilizzati. Attenzione quindi alle diagnosi affrettate perché ne possono derivare terapie sbagliate".

Secondo lei i soldi ci sono ma le imprese non li vogliono?

"Parliamoci chiaro: se le fatture da scontare diminuiscono o la sostituzione del tornio viene rimandata, il credito non può che ridursi. Oggi produzione, fatturato interno, export e investimenti sono tutti in drammatico calo: malgrado ciò il credito complessivo alle aziende, grandi e piccole, tiene ancora. Quelle che crescono vistosamente sono purtroppo le sofferenze e le perdite su questi crediti".

Ma allora che mi dice della situazione di Risanamento? Perché avete dato così tanti soldi a Zunino, sapendo che nuotava in pessime acque? Siamo ai figli e figliastri?

"Quando l'azienda ci farà le sue proposte le valuteremo: quello che è certo è che i suoi attivi sono superiori ai suoi debiti e sono di grande qualità. In questi anni abbiamo finanziato progetti di grande valenza per Milano e speriamo che possano essere portati in fondo".

Non può negare che sulle commissioni di massimo scoperto la vostra posizione è indifendibile.

"Non è facile gestire la tenaglia dei margini bancari ai minimi e delle perdite su crediti ai massimi. Siamo stati tra i primi ad appoggiare il superamento della Commissione di massimo scoperto con forme di remunerazione più trasparenti. Ma il numero di rapporti che non coprono più i costi della raccolta, del rischio, del capitale e operativi sta diventando preoccupante. E concordiamo con Confindustria che è sempre pericoloso regolare i rapporti tra privati per via legislativa".

A proposito, come va con i famigerati prefetti-controllori?

"Quando se ne parlò a suo tempo io dissi subito: cosa c'entrano i prefetti? Ora c'è una legge. Da parte nostra, quindi, massima collaborazione. Ci fa piacere che, per quanto ci riguarda, fino ad ora siano arrivati ai Prefetti mediamente meno di mezza segnalazione a provincia".

Altro nervo scoperto, i bonus miliardari per voi manager. Come li giustifica, in un mondo che tira la cinghia?

"Guardi, ci sono state vergogne così vergognose, in giro per il mondo, che ho trovato del tutto ovvia la reazione emotiva delle opinioni pubbliche. Anche questo è stato un sintomo del fallimento di un certo capitalismo di matrice anglosassone. Detto questo, non si può far finire tutto e tutti nello stesso calderone. Resto convinto che legare parte della remunerazione dei manager ai risultati è del tutto opportuno. È questione di parametri e di quantità: 300.000, 3 milioni, o 300 milioni di euro non sono la stessa cosa. In Italia non mi pare ci siano stati abusi clamorosi. E del resto le banche italiane si sono rivelate tra le più solide e le meglio gestite al mondo".

Tremonti sostiene che contro la crisi non si poteva fare di più. Marcegaglia e Draghi dicono che le riforme strutturali andrebbero fatte subito. Lei come la vede?

"Ciò che è stato fatto finora è nella direzione corretta. Il fondo di garanzia per le piccole imprese, le iniziative della Cdp, la premialità fiscale per le imprese che investono o che patrimonializzano. Ma perché queste misure, giuste in sé, abbiano effetto è necessario che le risorse messe a disposizione concretamente siano di portata adeguata. Di fronte a una recessione così grave serve davvero qualcosa di più. Serve uno shock positivo, che abbia effetto nel breve periodo, ma che al contempo modernizzi il Paese e lo metta strutturalmente in condizione di crescere molto più di prima".

E quale sarebbe questo shock positivo?

"L'Italia ha ritardi infrastrutturali gravissimi, dalle autostrade ai porti, dai termovalorizzatori ai rigassificatori, dalla banda larga alle energie rinnovabili, dalle scuole agli ospedali e ai musei. Accelerare in tutti questi campi potrebbe contribuire a creare lo shock positivo. Ci sono tantissimi lavori già finanziati, o co-finanziabili dai privati, che non partono solo per insopportabili lungaggini burocratiche. Abbiamo appena dato il via ai lavori della Brebemi, dopo 10 anni di fatiche malgrado i fondi fossero disponibili. La stessa cosa vale per mille altre opere, grandi e piccole, che possono diventare motori di crescita e occupazione".

Facile a dirsi: ma dove troviamo i soldi?

"E' ovviamente la parte difficile, ma non stiamo parlando di cifre che cambiano il profilo del nostro debito pubblico. Molte risorse ci sono già, e vanno solo scongelate o meglio utilizzate. Molte altre si possono trovare, se c'è la volontà politica. C'è un patrimonio pubblico ancora immenso da valorizzare. C'è una spesa corrente sulla quale si può risparmiare ancora molto. E soprattutto c'è un livello vergognoso di evasione fiscale: combattiamola, e usiamo un pezzetto del ricavato per modernizzare il Paese e per creare sviluppo".

Belle parole. Intanto variamo uno scudo fiscale che in realtà è un condono tombale.

"Senta, tutti i condoni sono diseducativi. Alcuni, negli ultimi anni, sono stati molto riprovevoli. Ma in questa situazione di crisi si può ragionare su un meccanismo di rimpatrio dei capitali, purché preveda una misura corretta di prelievo e non contribuisca a coprire reati gravi".

Non ha l'impressione che si stia perdendo una grande occasione? Un governo con una maggioranza bulgara, che vivacchia invece di cambiare la faccia del Paese.

"Dobbiamo tutti fare di più. Se la recessione continua, per evitare il peggio. Se la recessione finisce, per crescere quanto e più degli altri. Dobbiamo innalzare strutturalmente il nostro potenziale di crescita. Il successo di lungo periodo di un Paese corre su quattro ruote che devono muoversi all'unisono. La coesione sociale, in gran parte legata al Welfare che noi europei abbiamo, vivaddio, e va solo riformato; la competitività delle imprese che abbiamo in quantità come dimostrano le nostre esportazioni; l'efficienza del Sistema-Paese, che invece oggi è un grave vincolo. E poi il dinamismo della società che, a sua volta, viene da fattori che ci vedono in fondo a tutte le classifiche: mobilità, meritocrazia, capacità decisionale. Qui c'è il nostro problema maggiore che logora non solo l'economia ma, nel tempo, anche la democrazia".

Il suo sembra un manifesto politico. Dica la verità: si prepara o no alla "discesa in campo"?

"Di questa storia si parla da almeno 10 anni. Poi la realtà fa sempre giustizia di tutte le chiacchiere. E la realtà è che anche questa volta faccio un lavoro complicato, ma che mi da sempre un'enorme soddisfazione. Non ho nessuna voglia di smettere".

m.giannini@repubblica.it

(24 luglio 2009)

 

 

 

 

l governo preannuncia il ricorso al voto sul governo

L'opposizione: "Si continua a strozzare il dibattito"

Dl anticrisi, domani la fiducia

Fini: "Sì al testo, ma con eccezioni"

Tra le modifiche introdotte lo stop alla stretta sulle banche

Dl anticrisi, domani la fiducia Fini: "Sì al testo, ma con eccezioni"

ROMA - Dopo la sospensione della discussione generale sul decreto anticrisi, arriva il maxiemendamento del governo, giudicato in gran parte ammissibile dal presidente della Camera Gianfranco Fini (che però ne stoppa alcune parti e critica l'uso eccessivo della fiducia da parte dell'esecutivo), mentre le opposizioni parlano di "mortificazione del Parlamento". E per finire l'annuncio che il governo ricorrerà, ancora una volta, al voto di fiducia. E' questo il risultato di una giornata parlamentare concitata, durante la quale lo stesso Fini ha discusso - non senza asprezze - con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti sulle modifiche del dl anticrisi. "Condivido perfettamente - dirà poi in aula Tremonti - le ragioni della presidenza della Camera sulle norme stralciate dal maxiemendamento".

Inoltre in serata il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo è intervenuta sulla questione dell'articolo 4 al dl anticrisi, che di fatto esclude il suo dicastero dalle autorizzazioni per le centrali di produzione di energia, anche quelle nucleari. "Ho avuto la parola del presidente Berlusconi che l'articolo 4 del decreto anticrisi sarà modificato nel corso dell'esame del provvedimento al senato. Al collega Scajola, con il quale non intendo polemizzare, chiedo solo di non scherzare. Altro che esautoramento".

La seduta della Camera è stata intanto sospesa per consentire l'esame del maxiemendamento.

Le novità. Il maxiemendamento è stato giudicato dalla presidenza ammissibile tranne nelle parti relative a reti ed energia elettrica e studi di settore. Sparisce la stretta sulle banche, approvata in Commissione, a partire dalla cancellazione delle novità sul massimo scoperto e sulle modifiche unilaterali dei contratti bancari per l'adeguamento dei tassi. In questo modo il governo ripristinerebbe il testo originario, andando incontro alle richieste dell'Abi, l'Associazione bancaria italiana. Tra le altre novità: modifiche alla tassa sull'oro (con il parere della Bce che deve essere "non ostativo" e non più "favorevole"), cancellazione della sanatoria sulle newslot, aumento della copertura per il patto di stabilità interno. Salta anche la norma sul controllo del parlamento sul budget della Corte dei Conti. Restano identiche le misure sullo scudo fiscale e le pensioni.

Sul nucleare competenza all'Ambiente. E' in preparazione un ordine del giorno del Pdl per ripristinare il ruolo del ministero dell'Ambiente e degli enti locali nelle autorizzazioni per la realizzazione di centrali di produzione di energia, comprese quelle nucleari.

Le opposizioni all'attacco. Partito democratico e Italia dei valori hanno chiesto al presidente della Camera di garantire che nel testo del maxiemendamento non ci siano novità rispetto al testo licenziato dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera e sollecita un "supplemento di verifica". "E' davvero molto grave - ha detto il capogruppo Pd alla Camera Antonello Soro - che ci sia questa settima fiducia in 12 mesi. Denota la confusione che c'è nel governo. In più Tremonti ha ricominciato a fare il creativo tra condoni e carte truccate".

Di "schiaffo al parlamento e agli italiani" parla Marina Sereni del Pd, mentre Antonio Borghesi dell'Idv sostiene che il dl "agevola solo i corruttori e gli evasori fiscali". E si apre intanto anche un fronte sul tema del precariato. "Grazie a un emendamento del Pdl - ha detto Marianna Madia, deputata del Pd in commissione Lavoro - il già misero bonus precari, approvato dal governo a inizio anno, viene decurtato di ulteriori 100 milioni che vengono rimessi a disposizione del ministero del Lavoro".

La replica della maggioranza. "Il lavoro fatto in commissione sul dl anticrisi è stato molto proficuo: sono stati accolti 90 emendamenti che hanno profondamente inciso sul provvedimento, circa un terzo dei quali sono dell'opposizione". Lo ha detto nell'Aula della Camera il sottosegretario all'Economia Alberto Giorgetti. Per il presidente dei deputati della Lega Nord, Roberto Cota, "questo provvedimento è un tassello per il rilancio della nostra economia perché da alle piccole e medie imprese degli strumenti concreti per uscire dalle difficoltà. La fiducia è necessaria perché il Paese ci chiede di approvare queste misure in tempi brevi, prima dell'estate".

Fini: "Riflessione su uso fiducia". E' necessario ''avviare una riflessione di carattere generale sulla prassi di conversione dei decreti legge e sulla successiva apposizione della questione di fiducia''. E' quanto sollecita Fini, secondo cui ''il binomio maxiemendamento-fiducia accentua le difficoltà dei rapporti tra governo e Parlamento'', non consentendo ''il pieno dispiegarsi delle prerogative parlamentari''. Il presidente della Camera non ha dubbi, quanto prima servira' una ''regolamentazione'' di questo iter. L'aver introdotto ulteriori modifiche, ha aggiunto, non va contro i regolamenti parlamentari ma non può non essere "fonte di imbarazzo" sul piano dei rapporti tra governo e opposizione.

(23 luglio 2009

 

 

 

 

DOSSIER Ecco i contenuti del decreto anticrisi. Primo via libera della Camera

Dallo scudo fiscale alle multe: solo a Roma 400 mila sanatorie

Minicondono per le multe auto

e moratoria-debiti per le imprese

di GIOVANNI PARENTE

ROMA - Non solo scudo fiscale. Il via libera delle commissioni Bilancio e finanze della Camera al decreto anticrisi porta anche una sanatoria per le multe ricevute fino al 31 dicembre 2004. L'emendamento approvato ieri consentirà di estinguerle pagando, anche per quelle su cui è stata già emessa l'ingiunzione, una somma pari al minimo della sanzione pecuniaria amministrativa prevista per ogni norma violata e un tasso del 4% per l'agente della riscossione a titolo di rimborso. Quindi senza gli interessi. Un correttivo proposto da Maurizio Leo, deputato del Pdl e neo assessore al Bilancio del Comune di Roma. La misura solo nella Capitale dovrebbe riguardare tra i 400 e i 600mila cittadini.

Nel testo uscito dalle commissioni, si apre poi una strada per effettuare una moratoria sui debiti delle piccole e medie imprese. In pratica per sostenere le Pmi in difficoltà, il Tesoro è autorizzato a sottoscrivere, entro 120 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione, una convenzione con l'Abi per consentire di attenuare gli oneri finanziari anche in relazione ai tempi di pagamento degli importi dovuti.

Il provvedimento si arricchisce anche delle agevolazioni per la ricapitalizzazione. Con uno sgravio del 3% sull'imponibile per la sottoscrizione di aumenti di capitale fino a 500mila euro. Sempre in tema imprese, si apre la possibilità alle aziende di fare rifornimento di gas direttamente sul mercato, acquistandone fino a cinque milioni di metri cubi a prezzi che saranno fissati dal governo su proposta dell'Authority di settore.

Semaforo verde anche al tanto discusso scudo fiscale: sì a rimpatrio di fondi e beni da Paesi extra-europei o a reintroduzione e regolarizzazione da Stati Ue o aderenti allo spazio economico europeo che garantiscono un effettivo scambio di informazioni in via amministrativa. L'aliquota applicata è del 5%. Ma se si prova che la permanenza all'estero è stata inferiore a cinque anni, l'importo da pagare diventa inferiore. Mentre nel contrasto all'evasione Fiamme gialle e Agenzia delle entrate potranno chiedere di accedere alle informazioni di Bankitalia, Consob e Isvap.

Tra le altre misure, arriva con un emendamento anche l'equiparazione graduale dell'età pensionistica tra uomini e donne nella pubblica amministrazione. Il primo "gradino", secondo il testo approvato, è previsto il 1° gennaio 2010 per arrivare con uno scatto ogni due anni entro il 2018 a livellare l'età di uscita a 65 anni. Dalle commissioni della Camera parere favorevole alle modifiche sulla norma relativa alla tassa sull'oro: aliquota al 6% ma viene stabilito un tetto d'imposta di 300 milioni.

Novità in vista anche per i board delle municipalizzate. Sarà possibile azzerare gli organi amministrativi, di controllo e di vigilanza delle società interamente controllate da un singolo ente locale per i quali sia stata decisa la riduzione del numero dei componenti o degli emolumenti. La revoca, avendo i connotati della giusta causa, pregiudicherà il risarcimento. La finestra aperta dalla norma avrà una durata di sei mesi una volta diventata legge.

(22 luglio 2009)

 

 

Pensioni, Sacconi "soddisfatto"

Cgil: "Norme del tutto inaccettabili"

Quella del sindacato è l'unica voce contraria. Piccinini:

"Misura illegittima, significa solo che lavoreranno di più per avere di meno"

Pensioni, Sacconi "soddisfatto" Cgil: "Norme del tutto inaccettabili"

L'incontro con le parti sociali a Palazzo Chigi

ROMA - Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi si è detto "molto soddisfatto" dell'esito del confronto tenuto stamane a Palazzo Chigi tra governo e parti sociali sugli interventi in materia previdenziale che l'esecutivo ha messo a punto in un emendamento al dl anticrisi. "Abbiamo registrato il consenso di tutte le organizzazioni sulle misure adottate - ha affermato Sacconi - in particolare sull'innalzamento dell'età pensionabile delle donne nella pubblica amministrazione, alla destinazione delle economie in provvedimento su famiglia, non autosufficienza e welfare. Solo la Cgil ha espresso alcune perplessità ma direi costruttive".

Ma in effetti l'opposizione della Cgil in particolare sull'elevamento dell'età pensionabile delle donne nel pubblico impiego è più netta di "alcune perplessità": "Queste norme significano una cosa sola: lavoreremo più a lungo per avere di meno come pensione", contesta il segretario confederale della Cgil, Morena Piccinini, che definisce pertanto le norme che il governo intende introdurre "inaccettabili".

Riguardo all'innalzamento a 65 anni dell'età pensionabile per le donne nel pubblico impiego Piccinini osserva che "non si potrà certo fermare a loro questo innalzamento" e che si tratta di una misura "illegittima". Circa poi i criteri di adeguamento dell'età pensionabile in relazione all'allungamento della vita il segretario confederale Cgil sottolinea che "questo aspetto, questa eventualità è già contenuta nelle norma in vigore". Per Piccinini dunque bisogna "ritornare ai criteri di flessibilità per la parificazione uomo/donna contenuti nella legge Dini ed avviare una discussione approfondita sui coefficienti per i giovani".

Sacconi replica però di escludere nel "modo più assoluto" che l'aumento dell'età pensionabile delle donne possa essere esteso al settore privato. La decisione di aumentare l'età di pensionamento delle donne nel pubblico impiego, ha ricordato, "è stata presa perché la Corte di giustizia ce lo ha imposto e solo nel settore del pubblico impiego si può chiedere alle donne di lavorare di più". Secondo il ministro sulla misura "c'è stato apprezzamento dell'Ue e anche del mercato finanziario".

Per il futuro, ha aggiunto, "dobbiamo fare in modo che la spesa previdenziale rimanga ferma rispetto all'allungamento della vita. Allora dal 2015 e solo dal 2015, se ci sarà un incremento dell'aspettativa di vita ulteriore rispetto a quello attuale ci sarà un incremento dell'età di pensione ma, ripeto, al massimo per tre mesi nel 2015".

Sulle modifiche al sistema previdenziale si sono detti d'accordo tutti gli altri sindacati e associazioni di categoria. Secondo Cisl e Uil dagli emendamenti del governo sulle pensioni arriva "un utile contributo per la stabilizzazione del sistema".

In particolare, secondo il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, la misura scelta per arrivare all'equiparazione nel 2018 non è altro che "una risposta molto graduale ad una sentenza inappellabile della Corte di Giustizia europea". Dello stesso parere il segretario confederale della Cisl Maurizio Petriccioli che fa notare come il governo abbia anche salvaguardato i diritti acquisiti al 31 dicembre 2009.

L'Ugl chiede invece al governo "di fare uno sforzo in più per distinguere tra le lavoratrici e le madri lavoratrici per le quali la cura dei figli si aggiunge agli altri carichi familiari".

(16 luglio 2009)

 

 

 

Manovra, arriva lo scudo fiscale

L'aliquota sarà del 5%

In arrivo anche emendamento sulle pensioni: Nuove finestre dal 2015

Manovra, arriva lo scudo fiscale L'aliquota sarà del 5%

ROMA - Arriva lo scudo fiscale. Non è nel testo del governo, ma una norma in tal senso è stata presentata attraverso un emendamento al decreto legge anticrisi in commissione Bilancio e Finanze alla Camera a firma dei relatori. L'emendamento precisa che nessun reato potrà più beneficiare dello scudo fiscale. I relatori del decreto anti-crisi Chiara Moroni e Maurizio Fugatti hanno corretto infatti il tiro, modificando la versione presentata stamattina attraverso la quale, invece, venivano beneficiati reati come il falso in bilancio, il riciclaggio, la ricettazione e la bancarotta. Nella nuova versione nessun reato potrà più essere 'salvato' ad eccezione della dichiarazione infedele e dell'omessa dichiarazione.

"La norma prevede - si legge nella relazione tecnica - l'istituzione di un'imposta straordinaria sulle attività finanziarie e patrimoniali, detenute fuori dal territorio dello Stato" e a "condizione che le stesse vengano rimpatriate in Italia da paesi extraeuropei nonché regolarizzate ovvero rimpatriate perché in essere in paesi dell'Unione europea e in paesi aderenti allo spazio economico europeo che garantiscono un effettivo scambio di informazioni fiscali in via amministrativa".

L'imposta si applica su un rendimento lordo "presunto" del 2% annuo per i cinque anni precedenti il rimpatrio o la regolarizzazione "con un'aliquota sintetica del 50% per anno comprensiva di interessi e sanzioni e senza diritto allo scomputo di eventuali o crediti", recita il testo dell'emendamento. In pratica ciò significa un'aliquota complessiva del 5%, che sarà applicata sulle attività finanziarie e patrimoniali detenute almeno al 31 dicembre 2008 o rimpatriate e regolarizzate a partire dal 15 ottobre prossimo e fino al 15 aprile 2010.

Il gettito viene definito nella relazione di "assoluta imprevedibilità" ed è dunque fissato per ora a un solo euro.

Pensioni, novità in arrivo. Dal 2015 l'età pensionabile potrebbe essere legata all'aspettativa di vita. "Stiamo valutando una forma di stabilizzazione del sistema previdenziale in relazione all'incremento dell'aspettativa di vita", ha detto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, precisando che si tratterà di una "sorta di piccola finestra mobile, sostanzialmente impercettibile per le persone".

Le donne nella P.A. Nel 2010 le donne del pubblico impiego andranno in pensione di anzianità a 61 anni, dagli attuali 60. L'età aumenterà poi di 1 anno ogni 2 per arrivare a 65 anni nel 2018, anno in cui verrà raggiunta l'equiparazione tra uomini e donne. La misura è stata confermata dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, interpellato a margine di una audizione a San Macuto.

Badanti: carcere per false regolarizzazioni. Rischia il carcere da 1 a 6 anni chi presenta false dichiarazioni per la regolarizzazione di colf e badanti. E' una delle novità prevista dall'emendamento del governo. Il testo conferma che il costo della regolarizzazione che può essere richiesta da datori di lavoro italiani o stranieri lungo-soggiornanti è di 500 euro per ciascun lavoratore.

Dpef. Intanto il Consiglio dei ministri ha approvato il Documento di programmazione economico-finanziaria 2010-2014. Fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che Bankitalia condivide il Dpef, in special modo "la strategie indicate nel documento in due tempi: la prima destinata a fronteggiare la crisi ed a tamponarne gli effetti, la seconda volta a favorire lo sviluppo economico e il risanamento della finanza pubblica". A dichiararlo il rappresentante di Bankitalia nel corso della riunione del Cipe che ha dato l'ok al Dpef.

(15 luglio 2009)

 

 

 

Quanto costa fare cassa

di MASSIMO GIANNINI

Come l'eroe di Stevenson, Giulio Tremonti vive due esistenze parallele. Di giorno il Dottor Jekill annuncia "mai più condoni" e scrive le 12 tavole della legge morale che deve dominare la finanza planetaria. Di notte Mister Hyde prepara uno scudo che consente agli evasori di rimpatriare capitali con un gigantesco salvacondotto tributario, penale e amministrativo.

Qual è il vero volto del ministro dell'Economia? E qual è la valutazione etico-politica che questo governo dà dell'infedeltà fiscale dei suoi governati? Alla vigilia del varo delle norme sul rientro dei capitali esportati e detenuti all'estero la confusione regna sovrana e ogni dubbio è legittimo. C'è una sola, incontrovertibile certezza. Le bozze in circolazione. Ultima tra tutte quella anticipata ieri da Repubblica, sono uno scandaloso insulto allo Stato di diritto, alla civiltà giuridica e all'equità sociale.

Le smentite di Via XX Settembre e Palazzo Chigi, per un verso confortano, per l'altro inquietano. Non basta negare l'esistenza di un testo "apocrifo", senza dire una sola parola chiara su cosa prevede l'originale. È noto da mesi che lo scudo fiscale al quale sta lavorando il governo contempla una forma, più o meno esplicita, di condono tombale. Per una ragione molto semplice: senza la cosiddetta "esclusione di punibilità" per gli illeciti tributari (come l'omessa dichiarazione o la dichiarazione fraudolenta) e per i reati penali (come il falso in bilancio o la bancarotta fraudolenta) l'operazione di rientro dei capitali esportati illegalmente rischia di rivelarsi un flop. Il bilancio pubblico piange: nei primi quattro mesi dell'anno le entrate tributarie sono crollate del 3,8%, pari a 4,3 miliardi di euro in meno rispetto al primo quadrimestre del 2008. Servono soldi, per contenere un deficit sempre più fuori controllo. I primi due scudi fiscali varati dal governo della Cdl nel triennio 2001-2003 sono un caso di scuola. Già allora non fu prevista alcuna forma di regolarizzazione fiscale. L'aliquota applicata ai capitali da far riemergere fu un obolo poco più che simbolico: il 2,5%. Risultato: rientrarono 43,2 miliardi di capitali, 29,8 furono regolarizzati ma rimasero all'estero e nelle casse dell'Erario finirono poco più di 2 miliardi.

Ora, da quanto e trapelato in questi mesi, il governo ha obiettivi più ambiziosi. Si punta a un gettito potenziale di 5 miliardi, attraverso un marginale aumento delle aliquote (tra il 5 e il 7,5%). Ma per ottenere il bottino non basta l'inasprimento della fiche di rientro. Questo governo (che ha già smantellato norme anti-evasione come la tenuta dell'elenco clienti-fornitori e la tracciabilità dei pagamenti) deve garantire agli evasori anche un nuovo "premio di rischio". Se fai rientrare i capitali non solo non ti punisco perché li hai nascosti, ma ti premio mettendoti al riparo dai pericoli di futuri accertamenti con una sanatoria pregressa estesa non solo alle persone fisiche, ma anche a quelle giuridiche. Questo è lo schema, al di là delle smentite di rito. E qui sta l'ennesima "legge porcata", per usare il linguaggio ruvido ma efficace di Antonio Di Pietro. In questi anni altri paesi, dal Belgio all'Irlanda, hanno varato i loro scudi fiscali. Ma in Germania il governo tedesco ha fissato un'aliquota del 25%. E in Gran Bretagna il governo inglese ha obbligato i contribuenti che riportavano in patria i capitali a rendere nota al fisco la propria identità, esponendosi all'alea dei controlli. Il governo italiano non ha lo stesso coraggio. Fa l'esatto opposto. Con la faccia feroce finge di minacciare gli evasori, con la faccia tosta gli perdona tutti i peccati. Questo, per usare una vecchia formula cara al ministro dalla doppia identità, si chiama "Stato criminogeno".

(13 luglio 2009)

 

 

E' scontro sullo scudo fiscale

"Così si distrugge la civiltà"

di ROBERTO PETRINI

E' scontro sullo scudo fiscale "Così si distrugge la civiltà"

ROMA - E' bufera sullo scudo fiscale. Dopo le anticipazioni di Repubblica sulla bozza di articolato intitolata "Emersione di attività detenute all'estero" - preparata dagli uffici del ministero dell'Economia, e attualmente sul tavolo di molti esperti e operatori - le opposizioni sparano a zero. Palazzo Chigi e via Venti Settembre, invece, negano: "False notizie", dice il Tesoro; "destituite di fondamento", aggiunge la Presidenza del Consiglio. Ma all'interno della maggioranza è in atto un confronto sotterraneo sull'opportunità di contemplare nel provvedimento anche una sanatoria di reati come il falso in bilancio e la bancarotta. Decisiva, in questo senso, la settimana che inizia oggi.

I sette articoli dell'emendamento destinato ad atterrare per via Parlamentare sul decreto anti-crisi, elaborati con il contributo dell'Agenzia delle Entrate, descrivono chiaramente il piano allestito, a tutt'oggi, da governo e maggioranza: due aliquote, fondi pro-Abruzzo, "esclusione di punibilità" per una serie di reati fiscali, valutari, societari e fallimentari. Anche la "Bozza di Relazione di accompagnamento" al provvedimento, tre pagine che oggi Repubblica può aggiungere ai documenti rivelati ieri, conferma le intenzioni di governo e maggioranza: "L'articolo 5 - dice la bozza di Relazione - regola gli effetti del rimpatrio. Il rimpatrio produce, nei limiti degli importi indicati nella dichiarazione riservata, la preclusione di ogni accertamento tributario e contributivo per i periodi d'imposta in corso fino al 31 dicembre 2007, per i quali non è ancora decorso il termine per l'azione di accertamento. Inoltre estingue le sanzioni amministrative e previdenziali ed opera come causa di non punibilità per i reati indicati nella lettera c)". Di quali reati parla la lettera c)? Ecco cosa dice il testo dell'emendamento: si esclude la punibilità "per i reati tributari di cui agli articoli 2,3,4,5,8,9,10, e 11 del decreto legislativo del 10 marzo 200, n.74; per i reati previsti dagli articoli 482,483,484,485,489,490,491-bis e 492 del codice penale, nonché i reati previsti dagli articoli 2621,2622,2626,2627,2628,2629, 2632,2634,2635 del Codice civile e degli articoli 216, 217,218,219,220,221,222, 223,224,225 e 226 della legge fallimentare". Codice alla mano, vale a dire tra l'altro falso in bilancio e bancarotta.

Le indiscrezioni sulla bozza hanno provocato la rivolta delle opposizioni. "Tutti sanno che si sta lavorando a una sanatoria che nessun paese europeo concepirebbe neppure lontanamente", ha detto Pierluigi Bersani del Pd aggiungendo che "su questa strada si distrugge un paese, sia economicamente sia civilmente. Spero solo - ha concluso - che il comune senso del pudore trattenga il governo dal fare dei terremotati d'Abruzzo lo scudo umano dello scudo fiscale". Il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ieri ha dedicato all'argomento un lungo articolo sul suo blog, intitolato "Riciclaggio di Stato": "E' in arrivo una nuova "legge porcata" - scrive Di Pietro - ammantata anche questa volta da un velo di umanità (come avvenne in occasione dell'indulto, formalmente per sovraffollamento delle carceri, in verità per evitarlo ai soliti noti). Ora la nuova porcata viene giustificata con la necessità di trovare i fondi per la ricostruzione dell'Abruzzo". "Riciclaggio di Stato - aggiunge Di Pietro - perché l'unico denaro depositato all'estero che finora non poteva e non può essere fatto rientrare in Italia è quello di provenienza illecita. Si avvantaggerebbero non solo mafiosi, camorristi e potenti della 'ndrangheta, ma anche i tanti furbetti del quartierino".

Infine per l'Udc, Bruno Tabacci: "In una situazione di economia sommersa e illegale che genera posizioni all'estero questa era una misura ampiamente prevista: si tratta di un condono pesante con conseguenza sui reati fiscali, valutari, societari e fallimentari".

(13 luglio 2009)

 

 

 

Il Tesoro e Palazzo Chigi

"Scudo fiscale, notizie false"

ROMA - Il ministero dell'Economia smentisce l'articolo pubblicato oggi da Repubblica sotto il titolo "Scudo fiscale, ecco il piano". E' "totalmente falso" afferma in una nota il Tesoro.

Poco dopo arriva anche un comunicato di Palazzo Chigi. "Quanto pubblicato da La Repubblica su un inesistente piano fiscale di sei pagine è totalmente destituito di fondamento", si legge nella nota della Presidenza del Consiglio.

(12 luglio 2009)

 

 

 

 

Ecco il nuovo scudo fiscale

condono sui capitali che rientrano

di ROBERTO PETRINI

Ecco il nuovo scudo fiscale condono sui capitali che rientrano

Giulio Tremonti

ROMA - Colpo di spugna sui capitali all'estero e su molti reati societari e tributari. Sette commi, sei paginette dense di norme e riferimenti di legge: lo scudo fiscale-ter si appresta ad arrivare in Parlamento per mano dello stesso governo o, più probabilmente, ad opera di un deputato della maggioranza. La sostanza della bozza dell'emendamento al decreto anticrisi approntata dai tecnici dell'esecutivo, e di cui Repubblica è entrata in possesso, è quella di un condono generalizzato per chi ha costituito o esportato somme all'estero fino al 31 dicembre del 2007.

La sanatoria prevede, per chi aderisce, l'"esclusione di punibilità" per una nutrita serie di reati penali di carattere economico: dal falso in bilancio, alla bancarotta fraudolenta, dall'emissione di fatture false a tutti i reati tributari. Per chi ha costituito fondi nero all'estero c'è l'opportunità di farla franca.

Il "rimpatrio", come è intitolato il comma 2 dell'emendamento potrà avvenire entro il 31 dicembre di quest'anno, a partire da una data compatibile con l'approvazione del decreto, probabilmente il 1° agosto o il primo settembre. L'operazione potrà essere effettuata attraverso banche, intermediari finanziari, Poste e agenti di cambio e riguarderà "denaro e altre attività finanziarie".

Doppio il binario che si potrà percorre per la regolarizzazione e doppia l'aliquota: il primo canale è il "rimpatrio con sottoscrizione di speciali titoli di debito", in pratica Bot, Cct, titoli di aziende controllate dallo Stato (come l'Enel o l'Eni) emessi in "serie speciale". Queste somme saranno vincolate per dieci anni e lo scudo dovrebbe costare il 5 per cento dell'importo dichiarato delle attività "rimpatriate". Il ricavato, come spiega il comma 3, con il vago sapore dell'alibi, è destinato alla "ricostruzione dei territori interessati al sisma del 6 aprile 2009". Il secondo meccanismo di rimpatrio è quello senza vincoli e costerà di più, molto probabilmente il 7-8 per cento delle attività finanziarie.

Per accedere alla sanatoria i soggetti interessati dovranno presentare una "dichiarazione riservata" agli intermediari e questi rilasceranno agli interessati una copia della stessa. Ovvero lo "scudo". E sono proprio gli effetti dello "scudo" elencati nel comma 5 a definire al portata del provvedimento che si presenta come un vero e proprio condono non solo dei reati valutari ma anche di quelli fiscali, societari (come il falso in bilancio) e fallimentari (come la bancarotta fraudolenta).

In primo luogo il comma "preclude nei confronti del dichiarante ogni accertamento tributario e contributivo per i periodi d'imposta per i quali non è ancora decorso il termine per l'azione di accertamento". In pratica, visto che la prescrizione per gli accertamenti tributari è di cinque anni, lo scudo garantirà una protezione da indagini fiscali dal 2004 al 2008.

Ma la lista dei reati - tributari, societari e fallimentari - per i quali lo scudo consente di farla franca è lunga e piuttosto articolata. Il punto "c" del comma 5 "preclude la punibilità" per i reati tributari previsti dagli articoli 2-11 del decreto legislativo n.74 del 2000, ovvero tutto l'armamentario che va dall'omessa dichiarazione, all'emissione di fatture false, alla dichiarazione fraudolenta.

Colpo di spugna anche sui reati societari, a partire dal celebre 2621 del Codice civile, che riguarda proprio il falso il bilancio, reato depotenziato, perché si può procedere solo per querela di parte, ma pur sempre passibile di una pena fino a 5 anni. Inoltre l'"esclusione di punibilità" riguarda tutta una serie di reati degli amministratori di una società, dalle manovre fraudolente sui titoli alla valutazione esagerata di conferimenti e acquisti. A corollario della sanatoria il colpo si spugna si estende anche ai reati della legge fallimentare, bancarotta fraudolenta inclusa. Chiudendo così il cerchio.

(12 luglio 2009)

L'UNITA'

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.unita.it

2009-07-24

Regali a banche ed evasori Fiducia sul decreto scandalo

di Bianca Di Giovanni

Si voterà oggi alle 18,30 la fiducia che il governo ha posto sul "decreto-vergogna". Nei 23 articoli, lo scudo fiscale per i capitali esportati illecitamente, l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne del pubblico impiego (mai discusso in commissione), la richiesta ai contribuenti aquilani degli arretrati contributivi, la regolarizzazione di colf e badanti, la "rottamazione " degli statali con 40anni di contributi, nuove norme per i Comuni, la Tremonti-ter per le imprese, nuove regole per i conti bancari. Insomma, sconti per gli evasori, stangata per i terremotati, un piccolo favore alle banche (che si salvano da una stretta più pesante), sgravi fiscali alle imprese, danni per l’ambiente e per i dipendenti pubblici. Altro che anticrisi. La Camera voterà il provvedimento martedì: al senato ci si attende una nuova blindatura per arrivare al varo prima del "generale agosto". A meno che non esplodano le tensioni già emerse alla Camera.

Ieri si è arrivati alla fiducia dopo una giornata tumultuosa di incontri riservati, "bozze" di maxiemendamento, pressioni politiche e dei poteri forti. Stefania Prestigiacomo non ha ottenuto risposte per il suo ministero, così come il Sud è rimasto a secco (si chiedeva una Tremonti- ter più vantaggiosa per il mezzogiorno). Ora Mpa e deputati meridionali della Pdl tentano un recupero in Senato, e Prestigiacomo sostiene di aver avuto rassicurazioni da Silvio Berlusconi, anche se sarà difficile convincere i parlamentari della maggioranza a restare a Roma in tempo di ferie.

È stato l’intervento di Gianfranco Fini a escludere dal testo finale materie completamente nuove, come quelle sulle reti dell’energia elettrica e sugli studi di settore. Sul resto, il governo ha avuto mano libera. E si vede. "Saltati" i vincoli sul massimo scoperto per le banche, dopo il pressing poderoso dell’Abi che l’altro ieri ha fatto sapere una cosa chiara: con quella norma niente prestiti alle imprese. Minaccia pesante, che obbliga Tremonti a una difficile contorsione: cassare gli emendamenti su cui aveva dato parere favorevole due giorni prima. Per di più in nome delle banche, che lui considera sue avversarie. In Aula il ministro giustifica: "le norme erano in contrasto con la normativa Ue".

Con il testo al voto oggi arriva la sanatoria per i capitali illegalmente esportati. L'aliquota sarà dell'1 per cento l'anno, Dello scudo si potrà beneficiare dal 15 settembre al 15 aprile 2010 e sanerà solo il reato di omessa o incompleta dichiarazione dei redditi. In caso di capitali in paesi extraUe sarà obbligatorio il rimpatrio. Le imprese ottengono la detassazione degli utili reivestiti, che potrà essere applicata già alle operazioni del 2009 ma solo con il saldo che si pagherà nel 2010. Le agevolazioni varranno solo per l'acquisto di macchinari nuovi. Previsto anche uno sgravio del 3% sull'aumento del capitale sociale delle imprese, fatto da persone fisiche, fino a 500mila euro.

Sugli statali approvata una norma che consente nel triennio alle pubbliche amministrazioni di mandare a forza in pensione i dipendenti con oltre 40 anni di contributi, compresi quelli figurativi. Salvati dalla "super-rottamazione" i primari, i professori universitari e i magistrati.

Partirà dal prossimo anno l'innalzamento progressivo dell'età pensionabile delle dipendenti pubbliche. Il testo prevede che a decorrere dal primo gennaio del 2010 scatti il requisito dei 61 per arrivare ai 65 anni nel 2018. Per tutti, uomini e donne, saranno rimodulate le finestre di uscita a partire dal gennaio del 2015. i requisiti di età anagrafica per l'accesso al sistema pensionistico italiano saranno adeguati all' incremento della speranza di vita accertato dall'Istat.

Sarà possibile regolarizzare colf e badanti, con un massimo un lavoratore per nucleo familiare, due in caso vi sia una persona affetta da grave patologia o handicap certificati da una struttura sanitaria pubblica. Il governo si attende almeno 300mila domande, 130mila da lavoratori comunitari e 170mila da extracomunitari, e un gettito di 1,3 miliardi di euro in contributi per il quadriennio 2009-2012. Per ciascun lavoratore si pagheranno 500 euro non deducibili. Per le sole colf, il datore di lavoro dovrà dimostrare di avere un reddito imponibile non inferiore a 20mila euro se single o 25mila euro in caso di nucleo familiare. Le badanti potranno essere regolarizzate anche da un famigliare non convivente. Sono previste pene severe per chi presenta false dichiarazioni: da 1 a sei anni di carcere.

24 luglio 2009

 

 

 

 

Terremotati e tassati. Sfumano le promesse, in rivolta i sindaci dei centri colpiti

Mentre Berlusconi annuncia case a tempo di record e con frigoriferi pieni, il governo si sta rimangiando una delle tante promesse ai terremotati ossia l'esenzione dalle tasse. Nel silenzio dei media la protesta sta montando. Respinte le richieste dell'opposizione, in barba ai proclami, la beffa delle tasse sta per diventare legge col dl anticirsi".

I sindaci dei Comuni del "cratere" del terremoto sono pronti a scendere in piazza al fianco del sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, riconsegnando per protesta la fascia tricolore. Gli amministratori sono pronti a unirsi all'azione del primo cittadino, il quale nei giorni scorsi aveva criticato alcune misure del Governo, in particolare le modalità di restituzione delle tasse sospese in seguito al sisma del 6 aprile scorso. La volontà è stata espressa in maniera netta nell'assemblea dei sindaci del cratere, coordinata da Cialente. La protesta collettiva scatterà se, come sembra certo, i cittadini saranno costretti a tornare a pagare le tasse dal mese di gennaio e a restituire le somme bloccate in 24 mesi, sempre da gennaio.

Nel 2010 la città dell'Aquila "sborserà 700 milioni di euro di tasse" per effetto del decreto legge anticrisi in discussione alla Camera, sul quale il Governo ha posto la fiducia, dice il sindaco del capoluogo abruzzese, Massimo Cialente. Secondo il quale "i cittadini pagheranno così di tasca propria la costruzione delle case che, nel mese di agosto, Berlusconi verrà personalmente a

coccolare". Anche "nel 2011 - prosegue Cialente - pagheremo un altro bel pezzo di ricostruzione. Nonostante le rassicurazioni e le promesse da parte del Presidente del Consiglio e del governatore Gianni Chiodi - sostiene il sindaco - i cittadini aquilani e dei

Comuni colpiti dal sisma torneranno a pagare le tasse dal 1/o gennaio 2010 e restituiranno, in soli due anni, quanto non

corrisposto in questi terribili mesi".

Si tratta di "una scelta ben diversa rispetto a quanto il nostro Paese ha ritenuto di dover fare in altri casi di sismi devastanti o catastrofi naturali e a quanto lo stesso Governo ha deliberato fino allo scorso novembre per il Molise e la provincia di Foggia".

Cialente afferma che "un comprensorio fantasma, distrutto completamente, per questo Governo e per questa maggioranza

parlamentare, e dunque per l'intera Italia, è tornato nella normalità".

Sulle modalità di rimborso dei tributi da parte dei cittadini dei Comuni colpiti dal terremoto "è emerso un senso di umiliazione - aveva detto ieri Cialente -, quasi di vergogna, nella necessità di spiegare a tutti gli italiani che non è una volontà di non pagare le tasse". Per Cialente si tratta invece di "una difficoltà oggettiva, una vera e propria impossibilità per una comunità che non ha più un'economia". Secondo il sindaco, L'Aquila sta "vivendo ancora la fase della prima emergenza" e, "soprattutto, vede a rischio il proprio futuro".

"Gli italiani - prosegue il primo cittadino del capoluogo abruzzese - hanno imparato a conoscere la nostra dignità e il nostro orgoglio e possono capire quanto ci costi questa battaglia. L'assemblea dei sindaci ha ribadito la volontà di collaborare con tutti, in particolare con la Protezione civile, perchè, come dico sempre, tutti insieme stiamo affrontando una situazione che non ha precedenti". Ma "se non troveremo il modo di lavorare tutti al meglio e di evitare errori come questo sulle tasse, temo - conclude il sindaco - che, tra qualche settimana, la situazione diventerà difficile sotto tutti i punti di vista".

"Anche se il nostro gesto ha il valore della protesta, non faremo azioni di protesta - ha continuato Cialente -, alla nostra gente stiamo chiedendo di stare calmi". Non si tratta di dimissioni, chiarisce il sindaco dell'Aquila, "anche se a volte la voglia di presentarle viene in seguito per la stanchezza e le tante amarezze che vivo quando parlo con persone secondo le quali non è stato fatto nulla". In riferimento alle tasse, il primo cittadino ha detto: "Non meritavamo l'umiliazione di dovere spiegare agli italiani che non dobbiamo pagare le tasse. Dopo il terremoto abbiamo mantenuto la nostra dignità, siamo stati sempre responsabili. Durante il G8 avremmo avuto un'occasione di visibilità irripetibile per far valere le nostre ragioni; invece, abbiamo

accolto in pieno l'appello del presidente Napolitano a non considerare il G8 evento di una coalizione, ma dell'Italia".

" L'Associazione dei Comuni Italiani è vicina al sindaco dell'Aquila Massimo Cialente ed agli amministratori dei Comuni colpiti dal terremoto dell'aprile scorso". È quanto afferma Sergio Chiamparino che ricorda come 'non da oggi i sindaci dei comuni

terremotati segnalano le criticità dei territori sul fronte della ricostruzione e dei bilanci. "È un messaggio forte, che deriva dalla difficoltà di amministrare aree dove molto di quello che c'era è andato perso e attende di essere recuperato o ricostruito. Anche la

richiesta, che ad oggi sembrerebbe essere contenuta nel decreto Tremonti, secondo cui dal gennaio prossimo i cittadini colpiti

dal sisma dovranno pagare le imposte che erano state sospese (compresi gli arretrati), rischia - conclude - di rendere ancora

più difficile la vita in quei territori ed essere quindi inaccettabile per chi quei territori amministra".

23 luglio 200

 

 

 

 

Visco: "Condono pericoloso che apre le porte all'illegalità fiscale"

di Bianca Di Giovanni

Lotta ai paradisi fiscali? Sciocchezze. I paradisi non si sono svuotati con l’altro scudo, e non si svuoteranno neanche stavolta. Questo è un condono, altro che etica". Vincenzo Visco demolisce la cortina di (innocenti?) illusioni sollevata attorno alla sanatoria per i capitali illegalmente esportati. Storielle del tipo: lo fanno tutti (falso), serve all’economia (ancora più falso), combatterà i paesi off-shore. "È vero il contrario: il condono li legittima". ribatte l’ex ministro. Ma più che i messaggi-narcosi, fanno male le strizzatine d’occhio all’illegalità fiscale, arrivate anche dal campo del centrosinistra, colpiscono i pesanti silenzi delle imprese e i bisbiglii del sindacato. "Lo ripeto -avverte Visco - I soldi detenuti illegalmente all’estero derivano o da evasione, o da riciclaggio o dalla corruzione. Quando si dà uno scudo, cioè si garantisce l’anonimato a chi sana, non si sa se questo è un evasore o un mafioso".

È un fatto gravissimo. Come mai c’è molto silenzio?

"Infatti. Ancora più grave è l’assuefazione all’illegalità e la trasformazione dell’illegalità in qualcosa di positivo è tale che persino nel Pd c’era qualcuno che non era contrario o che ha cambiato idea all’ultimo momento. L’equivoco è che si pensa che così si ricapitalizza l’economia".

Non è vero?

"Magari fosse. La verità è che non c’è nessun vincolo sulla destinazione delle risorse (non poteva esserci). La gente sanerà e investirà poi dove vuole, come è già accaduto. Escludo che si ricapitalizzino le imprese, perché a quel punto si farebbero riconoscere e per il futuro la redditività dell’azienda sarà maggiore di quanto dichiarato. Aggiungo poi che questo scudo potrebbe non funzionare, perché non si può applicare all’Iva".

La Confindustria non ha detto una parola.

"Certo, era a favore, anzi lo ha chiesto. È una delle cose considerate apprezzabili dagli imprenditori. La Confindustria doveva farsi ridare i soldi che il governo deve restituire. Qui si sconvolgono i principi. Allora mettiamola così: le tasse vanno pagate o no? Se la risposta è no, allora anche per i dipendenti qualcosa deve cambiare. Ma ci sono silenzi ancora più inquietanti"

Quali?

"Il quasi-silenzio del sindacato. Nel momento in cui l’unica fonte di gettito che ha una dinamica sostenuta sono le ritenute su lavoro dipendente, qui si va a fare il condono ai grandi evasori".

Come valuta l’intervento sulle plusvalenze dell’oro?

"Dopo le modifiche (il via libera della Bce per la Banca d’Italia, ndr) la misura sostanzialmente non c’è: era pensata solo per Bankitalia. È l’ennesima manifestazione di un duello davvero poco comprensibile. Il vero punto è che questo decreto rivela una verità preoccupante: il governo sta con l’acqua alla gola per quanto riguarda le risorse, e cerca di rastrellarle con i condoni e le tasse sull’oro".

L’altra tesi sul condono è che lo stanno facendo tutti, Obama in testa.

"Questo è falso. Obama ha fatto una riapertura dei termini in cui i contribuenti hanno dovuto pagare tutte le tasse, senza anonimato, anzi con la denuncia di chi li aveva aiutati a portare i soldi all’estero. L’unico sconto era sulle penalità.Non mi pare la stessa cosa. Questo è stato pubblicato su più testate. possibile che tutti se lo scordano? Nessuno ha mai fatto una cosa come questa nella storia del fisco".

Il ministro dice che le entrate tengono, e che c’è un forte recupero di evasione.

"Lo dice solo lui. Io dico il contrario, e qualcosa di questo capisco. La Banca d’Italia dice il contrario, la percezione dei cittadini dice il contrario perché si emettono meno ricevute e scontrini.

La verità è che le entrate vanno male e le spese aumentano in modo inspiegabile. Loro ci convincono del contrario con una tattica mediatica ormai chiara: si ripete all’infinito la stessa cosa, anche se è falsa. Alla fine diventa vera. Anche qui, quello che vedo è una mancanza di reazione. Si dice: c’è la crisi, mica si possono far pagare le tasse. Ma i dipendenti le pagano sempre".

Le tasse sembrano diventate un tabù anche a sinistra. Se ne parla solo per toglierle, non per farle pagare.

Ma magari le togliessero: la verità è che tra una tantum e condoni, si cerca di rastrellare gettito: si consente di evadere a una parte, senza ridurre l’aliquota legale sul lavoro dipendente".

Una teoria sostiene se si abbassano le tasse, la gente pagherà.

"Allora che le abbassino, lo facciano. Finora l’unico ad abbassare legalmente le tasse in Italia sono stato io. Ma se lo si vuole fare, bisogna recuperare evasione, per non perdere gettito. Se poi qualcuno ritiene che si possano abbassare le tasse in disavanzo, lo faccia".

24 luglio 2009

 

 

 

 

Braccio di ferro Fini-Tremonti. Prestigiacomo minaccia: lascio

di Maria Zegarelli

Il presidente della Camera Gianfranco Fini aveva capito l’antifona da giorni: il governo avrebbe presentato ulteriori modifiche al dl anticrisi rispetto al testo discusso nelle Commissioni Bilancio e Finanze ponendo la 23esima fiducia alla Camera. "Farò

sentire la mia voce", aveva promesso. Dopo una lunga giornata di bracci di ferro tra Giulio Tremonti e la presidenza della Camera il maxiemendamento del governo contava nove varianti formali e tre modifiche sostanziali. Nessun intervento del premier, "solo" ripetuti faccia a faccia, "anche molto tesi" tra Fini e Tremonti. Silvio Berlusconi, infatti, aveva un’altra mina da neutralizzare: l’ira della ministra Stefania Prestigiacomo che ha minacciato le dimissioni perché il ministro dell’Economia non ha presentato alcuna modifica all’articolo 4 (mal digerito dallo stesso Fini) che toglie competenze e ruolo al ministero dell’Ambiente in tema di energia. Il premier l’ha chiamata più volte, promettendo un cambiamento del testo in Senato, Fabio Granata Pdl ha annunciato per oggi un ordine del giorno per ripristinare le competenze del ministero, ma molti temono che l’asse Matteoli- Scajola- Calderoli sia difficile da spezzare.

"Quello in corso nella maggioranza e tra Fini e il governo è un attrito squisitamente politico", racconta un deputato Pdl. Fini sopporta sempre meno la visione da superministero di Tremonti e non ha digerito il "niet" alla richiesta di fondi per il Fus, come

lui stesso aveva sollecitato "in linea con il Colle". Durante la presentazione dell’indagine conoscitiva della Commissione di vigilanza sull’anagrafe tributaria muove un’altra critica: "La crisi e la necessità di finanziare la ripresa richiedono un’azione ancora più incisiva, in grado di produrre decisivi risultati in termini di lotta all’evasione fiscale". Lotta che risponde "ai più elementari principi di uno Stato di diritto e a quelli più specifici di etica pubblica e di coesione sociale".

Non fa nulla per nascondere il malumore. "È una scelta riconducibile alla responsabilità dell’esecutivo" aver introdotto modifiche al testo anticrisi, dice in aula. Non che questo sollevi "problemi di carattere regolamentare, ma non può non essere fonte di imbarazzo nel rapporto tra governo e lavoro fatto in commissione". Per questo vengono "espunte" le novità di sostanza. Cambiare norme "che due giorni fa sono state approvate in commissione con il parere favorevole del governo", denota i problemi del governo, commenta poi con i suoi. Fini ricorda "i significativi richiami del capo dello Stato che pochi giorni fa ha rilevato come provvedimenti eterogenei nei contenuti e frutto di un clima di concitazione e di vera e propria congestione sfuggano alla comprensione dell’opinione pubblica e rendano sempre più difficile il rapporto tra i cittadini e la produzione legislativa". Per questo il testo non avrebbe dovuto subire modifiche. "Il binomio tra maxiemendamenti e fiducia, ormai diventato prassi - insiste - accentua elementi di difficoltà nel rapporto tra maggioranza e opposizione, governo e Parlamento e creano tensione nella dinamica parlamentare". In futuro sarà necessaria "una riflessione sulla prassi di conversione dei dl" per ristabilire un "più corretto rapporto" tra palazzo Chigi e Parlamento.

Tremonti interviene per dire che il maxiemendamento "è il testo sostanziale della commissione", prende atto delle decisioni e condivide "perfettamente le ragioni della presidenza ". L’opposizione insorge: "Questa fiducia è un bavaglio nei confronti del Parlamento e in particolare della maggioranza. Così non si può andare avanti", denuncia il capogruppo Pd Antonello Soro. "Che senso ha - domanda - che il Parlamento si assuma la responsabilità delle leggi che vara in questo modo? La Costituzione non si può variare con atti di forza ed arroganza. Penso che non vada bene così". Èil ministro Elio Vito a porre formalmente la fiducia che si voterà oggi dalle 18.40 con diretta tv a partire dalle 17.30. Martedì la votazione finale.

24 luglio 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-07-24

Manovra d'estate, il Governo incassa la fiducia alla Camera

di Nicoletta Cottone

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24 luglio 2009

DOCUMENTO / Il testo del maxi emendamento

L'abc della manovra (di Claudio Tucci)

"Dai nostri archivi"

Manovra d'estate in aula mercoledì: probabile la fiducia

Le classifiche e il facile rischio del qualunquismo

Londra, se ne va un altro ministro. Governo Brown appeso a un filo

Banche: Governo ancora battuto, passa mozione Pd

Il Governo incassa la quattordicesima fiducia

L'Aula della Camera ha confermato la fiducia al governo Berlusconi approvando con 294 sì e 186 no la fiducia posta sul decreto legge anticrisi. Le dichiarazioni di voto si sono svolte con i deputati dell'Italia dei valori in aula con una mascherina listata a lutto sul petto che rappresenta la morte della cultura e dello spettacolo in Italia. Le mascherine sono state consegnate ai parlamentari Idv da una delegazione di artisti, attori, musicisti ed esponenti della cultura e dello spettacolo che hanno voluto così denunciare i tagli al settore effettuati dal governo ("denuncia che l'Italia dei valori fa propria", rende noto l'ufficio stampa Idv della Camera). Il via libera al provvedimento invece arriverà martedì prossimo intorno alle 13. Poi al Senato per un esame in tempi strettissimi che dovrebbe portare al via libera fra sabato 1° agosto e domenica 2 agosto. Poi un nuovo passaggio a tempo di record alla Camera per il via libera definitivo.

Sul provvedimento, infatti, già si annunciano alcuni correttivi al Senato, dopo lo stralcio per inammissibilità sulle reti di energia e gli studi di settore. "Ho avuto la parola del presidente Berlusconi e confido sulla sua parola", ha ribadito oggi il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo da Are (Svezia), in riferimento all'articolo 4 contenuto nel decreto legge di manovra che esautora il suo ministero da competenze sulle autorizzazioni su infrastrutture energetiche e ambientali, sostituendole con commissari speciali. "Alla Camera, purtroppo, lo stralcio non è stato possibile, ma dovrà essere fatto al Senato".

Non sono stati in aula per il voto i deputati dell'Mpa. "Su questo decreto legge - ha spiegato Carmelo Lo Monte, capogruppo dell'Mpa in aula - non possiamo che esprimere giudizio negativo. Non potendo non votare la fiducia, oggi al momento del voto usciremo dall'Aula". Per il deputato "l'impegno del governo rispetto al Sud è insoddisfacente.Gli impegni solenni assunti nel programma non sono stati mantenuti, anzi per u anno intero enormi flussi di denaro pubblico sono stati drenati dal sud verso altre aree del Paese".

24 luglio 2009

 

 

 

 

 

Manovra, il Governo ha posto la fiducia

Governo Maxi Emendamento

di Nicoletta Cottone

23 luglio 2009

DOCUMENTO / Il testo del maxi emendamento

Fini: "Imbarazzante modificare norme varate 2 giorni fa"

Ok dalle commissioni della Camera alla Manovra d'estate

Infrastrutture energetiche, Confindustria promuove il Governo

Manovra, Fini: "No alla fiducia su un testo diverso da quello della commissione"

Prestigiacomo accusa: "A rischio la tutela ambientale sul nucleare"

Franceschini: "Il Governo svuota il Parlamento a colpi di decreti legge"

Ecco come regolarizzare colf e badanti

L'abc della manovra (di Claudio Tucci)

 

 

Il governo ha posto la fiducia sul maxiemendamento alla manovra d'estate. Lo ha annunciato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha dichiarato "pur rendendosi conto delle ragioni del governo" non ammissibili un "seppur limitato numero di disposizioni, integrazioni e correzioni, oltre a due emendamenti presentati in commissione".

Tutto il resto del maxiemendamento del governo è ritenuto "ammissibile". Con questo, ha precisato Fini "è stato rispettato il ruolo delle commissioni parlamentari". Fuori le norme sugli studi di settore e in materia di reti e energia. "Il binomio maxiemendamento-fiducia accentua le difficoltà dei rapporti tra governo e Parlamento" e non consente "il pieno dispiegarsi delle prerogative parlamentari "alimentando tensioni nella complessa dinamica istituzionale".

È previsto per martedì 28 luglio il voto finale. Poi il passaggio dal 30 luglio al Senato, dove il testo dovrebbe essere licenziato sabato 1° agosto o al massimo domenica 2 agosto. Alla manovra erano stati presentati 590 emendamenti, la maggior parte dall'opposizione (524), il resto dalla maggioranza. Ma la presentazione della fiducia sul maxi-emendamento ha fatto decadere tutte le proposte depositate. Nel testo del maxiemendamento viene eliminata la stretta sulle banche e si torna al testo originario del decreto legge. Sparisce anche la sanatoria sulle slot machine. Per quanto riguarda la tassa sull'oro, che interessa anche le riserve della Banca d'Italia, il maxiemendamento ha previsto il parere "non ostativo" della Bce, mentre nella versione approvata dalle Commisioni era indicato il "parere favorevole" della Bce. Nessuna modifica, rispetto al testo delle Commissioni, é presente nella bozza del maxiemendamento sulla Tremonti-ter e sulle pensioni. CONTINUA ..."

 

L'approdo del decreto legge in aula a Montecitorio ha riacceso la polemica sull'approvazione in blocco unico di un pacchetto di modifiche sui grandi temi del provvedimento, dalle disposizioni sulla ricapitalizzazione delle imprese, alle norme sull'età pensionabile delle donne nel pubblico impiego, alla sanatoria per le colf e le badanti. Pd e Udc sono tornati a protestare sulla decisione di votare in blocco il pacchetto di emendamenti che avevano il parere positivo di relatori e governo. I presidenti delle due commissioni Bilancio e Finanze, Giancarlo Giorgetti e Gianfranco Conte, hanno difeso il voto unico sul pacchetto di modifiche. C'è di tutto di più fra le 115 modifiche introdotte nella manovra d'estate dalle commissioni riunite Bilancio e Finanze, dai relatori e dal Governo. Ecco alcune delle novità meno note che emergono passando allo scandaglio le modifiche.

Un anno in più per il blocco della commercializzazione dei sacchetti di plastica non biodegradabili. Slitta di un anno il divieto di commercializzazione dei sacchetti di plastica non biodegradabili. Uno stop, che secondo la Finanziaria del 2007 doveva scattare dal 1° gennaio 2010 (mentre ora è rinviato al 2011). L'ulteriore slittamento è stato introdotto da un emendamento alla manovra di Marco Pugliese (Pdl).

Cambiano destinazione i fondi per l'una tantum ai lavoratori a progetto che perdono il lavoro. Cambiano destinazione i 100 milioni di euro stanziati lo scorso anno dal governo per garantire l'una tantum ai lavoratori a progetto che perdono l'impiego: la somma sarà destinata tutta o in parte a incrementare nel 2009 il Fondo sociale per l'occupazione e la formazione. Lo ha stabilito un emendamento al decreto anticrisi di Maurizio Bernardo (Pdl). In particolare l'emendamento approvato spiega che "al fine di rendere efficiente e flessibile l'utilizzo delle complessive risorse destinate ad interventi relativi agli ammortizzatori sociali per l'anno 2009, l'ulteriore somma di 100 milioni di euro", può essere, "in via alternativa a quanto previsto dallo stesso comma 2-bis, destinata in tutto o in parte, "ad incrementare per l'anno 2009 le risorse del Fondo sociale per occupazione e formazione".

Diplomatici esclusi dal blocco delle assunzioni. Tra i settori della pubblica amministrazione cui non si applica il blocco delle assunzioni c'è anche la diplomazia. La novità arriva da un emendamento di Maurizio Bernardo (Pdl), approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. Oltre a quello diplomatico, potrà proseguire anche l'arruolamento di personale per il controllo delle frontiere.

Fondi al ponte di Messina. Novità dalla manovra per il ponte sullo Stretto. Arriva un contributo "in conto impianti" di 1,3 miliardi di euro per la società Stretto di Messina e la nomina dell'amministratore delegato, Pietro Ciucci, quale commissario straordinario con il compito di rimuovere gli ostacoli frapposti al riavvio delle attività. La nomina di commissario dura 60 giorni a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto. La novità è entrata in manovra con un emendamento di Gioacchino Alfano (Pdl).

Cambia l'azione disciplinare per i magistrati della Corte dei conti. Novità anche sull'azione disciplinare nei confronti di magistrati della Corte dei conti. Il procuratore generale della Corte avrà l'obbligo di procedere con l'azione disciplinare nei confronti di un magistrato contabile se la segnalazione arriverà dal presidente della Corte stessa. A stabilirlo è un emendamento alla manovra, a firma del presidente della commissione Affari costituzionali della Camera Donato Bruno, approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze.

23 luglio 2009

 

 

 

Fini: "Imbarazzante modificare norme varate 2 giorni fa"

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23 luglio 2009

Gianfranco Fini (Ansa)

"Dai nostri archivi"

Manovra, il Governo ha posto la fiducia

Dl incentivi, "pacchetto precari a rischio inammissibilità"

Sulle risorse anti-crisi un puzzle ancora da comporre

Pmi turche alleate per vincere

Taglia-leggi: un emendamento del Governo ne salva 239

 

"Rilevo come possa essere fonte di imbarazzo sul piano del rapporto fra Governo e Commissioni il fatto che si proponga oggi la soppressione di disposizioni su cui solo pochi giorni fa il rappresentante dell`Esecutivo si era espresso favorevolmente in Commissione". Lo ha sottolineato in aula il presidente della Camera Gianfranco Fini, dopo aver riferito della valutazione di ammissibilità sul maxi-emendamento presentato dal governo sul decreto legge anti-crisi.

Fini ha poi sottolineato il consistente ampliamento dell`intervento normativo in commissione rispetto al testo originario, "come dimostra il fatto che le Commissioni hanno aggiunto al testo numerosi articoli e commi rispetto a quelli originari". E ha ricordato in proposito i significativi richiami del Capo dello Stato "che, proprio pochi giorni fa, ha rilevato come provvedimenti eterogenei nei contenuti e frutto di un clima di concitazione e di vera e propria congestione sfuggano alla comprensione dell`opinione pubblica e rendano sempre più difficile il rapporto fra i cittadini e la produzione legislativa".

Per Fini "il binomio maxiemendamento-fiducia accentua le difficoltà dei rapporti tra governo e parlamento" e non consente "il pieno dispiegarsi delle prerogative parlamentari", alimentando tensioni nella complessa dinamica istituzionale. Ha sottolineato che "per il futuro non potremo sottrarci a una riflessione sulla prassi di conversione dei decreti legge e sulla successiva posizione della questione di fiducia" e che al più presto servirà "una regolamentazione".

23 luglio 2009

 

 

 

D'Alema: "Il governo disprezza il confronto parlamentare"

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"Dai nostri archivi"

Fini: "Imbarazzante modificare norme varate 2 giorni fa"

Obama trova finalmente il sottosegretario alla finanza nazionale: è Jeffrey Goldstein

A Teheran la protesta continua

Manovra, il Governo ha posto la fiducia

Berlusconi: "Non sono un santo, lo avete capito tutti"

 

Il Governo disprezza il confronto parlamentare, Fini lo difende. Massimo D'Alema commenta così le affermazioni di Fini sul maxiemendamento e sulla fiducia. "Noi siamo anche qui di fronte a una condotta incredibile da parte del governo: l'assoluto disprezzo del confronto parlamentare, perfino delle posizioni espresse dai parlamentari della maggioranza". Per D'Alema "È norma che la prassi già molto discutibile dei maxi emendamenti e della fiducia quanto meno debba tenere conto del lavoro parlamentare che si è svolto e che il maxi emendamento debba raccogliere le correzioni apportate in commissione d'intesa tra maggioranza e opposizione. Davvero il Governo in questo modo pretende di calpestare i diritti dell'opposizione, ma cancella il ruolo del Parlamento che è molto grave dal punto di vista del funzionamento della democrazia e mi pare che il presidente Fini cerchi appunto di difendere il ruolo del Parlamento, com'è suo compito istituzionale".

Di Pietro si appella a Napolitano. Il leader dell'Idv Antonio Di Pietro contesta "nel merito e nel metodo" il modo di legiferare del governo che ha posto il voto di fiducia sul decreto anti-crisi, con tanto di maxi-emendamento. Così facendo il governo dimostra "ancora una volta di essere un governo piduista che toglie spazio alla democrazia". Poi rivolge un'ennesima "accorata supplica al capo dello Stato affinché non firmi almeno questo provvedimento" che in realtà "garantisce solo una corsia preferenziale agli evasori fiscali". Anche la critica mossa dal presidente della Camera Gianfranco Fini al governo per l'ennesimo ricorso al maxi-emendamento sul quale porre la fiducia, seguita da un sostanziale via libera al testo, convince poco il leader dell'Idv. "I buffetti sulle guance il giorno dopo non servono a nulla. Bisogna intervenire prima, se si vogliono bloccare davvero le cose, non dopo".

 

 

 

Manovra d'estate: via libera dalle commissioni della Camera

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21 luglio 2009

Infrastrutture energetiche, Confindustria promuove il Governo

Franceschini: "Il Governo svuota il Parlamento a colpi di decreti legge"

Prestigiacomo accusa: "A rischio la tutela ambientale sul nucleare"

Ecco come regolarizzare colf e badanti

L'abc della manovra

Manovra, Fini: "No alla fiducia su un testo diverso da quello della commissione"

 

Via libera delle commissioni Bilancio e Finanza alla manovra d'estate e a 115 modifiche introdotte nel corso dei lavori parlamentari. Pd e Udc hanno abbandonato i lavori prima del voto per protestare contro il metodo usato dal governo e della maggioranza che con un solo voto hanno dato il via libera a un pacchetto nutrito di emendamenti che comprende, tra l'altro, lo scudo fiscale, gli incentivi alla ricapitalizzazione delle imprese, la mini riforma delle pensioni, la sanatoria delle multe. L'Mpa, che fa parte della maggioranza, ha votato contro. Come l'Idv. Il testo approda domani all'esame dell'Aula di Montecitorio ed è ormai scontato che i Governo decida di porre la questione di fiducia. Per chiudere l'esame la maggioranza ha usato la formula del "maxi-pacchetto" emendativo. Formula duramente attaccata dall'opposizione con Pd e Udc che l'hanno bollata come un "grave precedente di violazione delle regole parlamentari".

Vale solo per le colf il tetto al reddito per la regolarizzazione. Il tetto al reddito necessario per la regolarizzazione vale solo per le collaboratrici domestiche. Via libera delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera a una modifica alla manovra estiva sulla regolarizzazione di badanti e colf. La soglia di reddito non inferiore a 20 mila euro annui in caso di famiglia con un solo soggetto percettore di reddito e di 25 mila se il nucleo familiare è composto da più soggetti conviventi percettori di reddito, necessaria per la regolarizzazione, è relativa solo alle collaboratrici domestiche. Inoltre, per quanto riguarda le badanti, viene puntualizzato che la regolarizzazione può essere fatta anche da un componente della famiglia non convivente con la persona non autosufficiente per la quale si rende necessaria l'assistenza di questa figura.

Slitta a domani la discussione in aula sul decreto. Slitta a domani nell'Aula della Camera l'inizio della discussione generale sul decreto legge anticrisi: lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio accettando l'invito dei presidenti delle commissioni Bilancio e Finanze. I lavori nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera proseguono, infatti, a rilento: motivo dell'impasse è l'atteggiamento ostruzionistico del Pd e dell'Italia dei valori, che rallenta l'esame degli emendamenti. Si chiede il ritiro dell'emendamento sullo scudo fiscale, oltre a modifiche a Tremonti-ter, ammortizzatori sociali, energia e terremoto. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha accettato ritenendo "importante garantire tempi adeguati per permettere alle Commissioni di licenziare un testo compiuto". La discussione generale prenderà il via domani mattina dalle 10 alle 12.30. Poi riprenderà dopo le 16, al termine del question time, e fino a mezzanotte. Il voto finale sul testo, su cui aleggia la fiducia, potrebbe arrivare non prima dell'inizio della prossima settimana. Il testo dovrà poi essere esaminato dal Senato per la definitiva conversione in legge.

Governo battuto sul decreto legge anticrisi. Nonostante il parere contrario dei relatori e del sottosegretario all'Economia, Alberto Giorgetti, le commissioni Bilancio e Finanze della Camera hanno approvato un emendamento del Pd che consente all'Autorità di verificare i costi di approvvigionamento dell'Eni all'estero per fissare il prezzo della quota di gas (cinque miliardi di metri cubi) da vendere direttamente ai grandi consumatori. "Il passo falso di Governo e maggioranza nelle commissioni Bilancio e Finanze sul decreto legge anticrisi - ha commentato il capogruppo del Pd in commissione Bilancio, Pierpaolo Baretta - dimostra come la complessità di questo decreto avrebbe bisogno di un confronto più aperto".

Gli 007 del Fisco potranno avere dati da Bankitalia, Consob e Isvap. Gli ispettori del fisco e la Guardia di finanza potranno chiedere e ottenere dalla Banca d'Italia e dalle altre autorità ed enti, come Consob e Isvap, dati utili all'attività di accertamento e nella lotta all'evasione. Gli ispettori potranno "richiedere ad autorità ed enti notizie, dati, documenti e informazioni di natura creditizia, finanziaria e assicurativa relativi alle attività di controllo e di vigilanza svolta dagli stessi, anche in deroga a specifiche disposizioni di legge". Necesaria la preventiva autorizzazione del direttore centrale dell'accertamento dell'Agenzia delle entrate o dei direttori regionali della stessa, o per il corpo della Guardia di finanza, del comandante regionale.

Tremonti-ter: incentivi revocati se i beni sono ceduti fuori spazio economico europeo. Gli incentivi previsti con la Tremonti-ter vengono "revocati se i beni oggetto degli investimenti sono ceduti a soggetti aventi stabile organizzazione in Paesi non aderenti allo spazio economico europeo". È una delle novità, proposta dal leghistaGianluca Forcolin e approvata nel corso dell'esame della manovra.

Moratoria per i crediti bancari verso le piccole e medie imprese. Arriva la moratoria per i crediti bancari verso le piccole e medie imprese. Lo prevede un emendamento dei relatori alla manovra d'estate che modifica le norme sulla Tremonti-Ter e introduce anche le agevolazioni per la patrimonializzazione delle Pmi. Nel testo viene chiarito che "per sostenere le piccole e medie imprese in difficoltà finanziaria, il ministro dell'Economia é autorizzato a stipulare entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, un'apposita convenzione con l'Abi per favorire l'adesione degli istituti di credito a pratiche finalizzate all'attenuazione degli oneri finanziari sulle citate piccole e medie imprese, anche in relazione ai tempi di pagamento degli importi dovuti, tenendo conto delle specifiche caratteristiche dei soggetti coinvolti". (N.Co.)

 

21 luglio 2009

 

 

 

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